Page 94 - Rassegna 2023-3
P. 94
DOTTRINA
Il rapporto tra reato militare e reato comune è problema tutt’altro che
dogmatico, ponendo importanti considerazioni in punto di riparto di giurisdi-
zione e competenza per connessione.
L’art. 13 c.p.p. disciplina, unitamente all’art. 12 c.p.p., ulteriori ipotesi di
connessione tra procedimenti appartenenti a giudici ordinari e speciali; in par-
ticolare, in caso di concorrenza tra procedimenti aventi ad oggetto reati comuni
e reati militari, “la connessione di procedimenti opera soltanto quando il reato
comune è più grave di quello militare, avuto riguardo ai criteri previsti dall’arti-
colo 16, comma 3. In tale caso, la competenza per tutti i reati è del giudice ordi-
nario”. È chiaro che la connessione tra procedimenti - secondo i principi dettati
dal codice di rito - opera solo nelle ipotesi in cui trattasi di reati ontologicamen-
te diversi e sussista, quindi, un concorso di reati.
A tal fine, appunto, viene in rilievo l’annoso problema della identificazione
dell’idem: l’operatore del diritto deve guardare alla dimensione storico-naturali-
stica del fatto, agli elementi strutturali della fattispecie legale astratta, al criterio
di valore incentrato sul bene giuridico protetto.
La risoluzione del problema della unità e pluralità di reati ci consente di
(4)
capire quando abbiamo una pluralità di condotte e quando siamo in presenza
di un’unica condotta; quando abbiamo un reato unico ma plurisussistente;
quando, in presenza di una sola condotta, abbiamo plurime violazioni di leggi
penali, anche di natura diversa; quando il concorso è formale o materiale oppu-
re il concorso è apparente.
L’unità spazio-temporale non può ex se dirimere la questione attinente alla
configurazione di un reato unico o una pluralità di reati; talvolta è il legislatore
a determinare forme di unità normativa, accomunando più condotte in un’uni-
ca fattispecie, si pensi ai reati abituali oppure a tipizzare clausole di riserva o di
sussidiarietà, scegliendo a priori quale norma applicare. Per risolvere problemi
applicativi, pertanto, la giurisprudenza di legittimità negli ultimi decenni ha for-
mulato criteri idonei ad identificare i casi di idem - stessa materia - e individuare
la norma applicabile.
La questione si pone, soprattutto, per i casi in cui uno stesso fatto rientra
in più fattispecie legali astratte, anche di natura diversa (ad esempio, legge pena-
le comune e legge penale speciale/militare).
Se a priori si identifica un idem, dunque, un fatto che - per coordinate spa-
ziali e temporali nonché circostanziali - sembra essere inquadrabile in più vio-
lazioni, è opportuno individuare la norma prevalente, al fine di evitare ingiuste
(4) F. Mantovani, Diritto Penale, Cedam, 2009.
92