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DOTTRINA




                  E,  si  noti,  come  fin  d’ora  reso  esplicito  dalle  domande  poste  alle
             parti , anche qui l’attenzione della Corte sembra concentrarsi sul rispetto
                 (41)
             del canone di full jurisdiction quale definito in Ramos Nunes e, sulla sua scia, in
             Edizioni del Roma.


             4.  Conclusioni
                  Solo qualche breve nota conclusiva.
                  Come  si  è  tentato  di  mostrare,  il  senso  ultimo  dell’insegnamento
             CEDU in punto di full jurisdiction sulle sanzioni amministrative è semplice ma
             profondo: come dichiarato fin dalla sentenza Engel, la sanzione amministra-
             tiva deve cessare di essere una comoda etichetta che consente, ai sistemi giu-
             ridici nazionali, una facile elusione delle garanzie del diritto penale imposte
             dalla CEDU.
                  Piuttosto, si deve trattare solo di un diverso modo di organizzare una fun-
             zione punitiva sostanzialmente immutata (sotto il profilo dei fini, o, in alterna-
             tiva, della gravità) rispetto a quella esercitata dalla giurisdizione penale. Quindi
             deve essere assicurata, all’accusato, la stessa pienezza di tutele di cui godrebbe
             in sede (formalmente) penale.
                  Ed allora, se il procedimento amministrativo non è stato in linea con il giu-
             sto processo penale (ed è purtroppo la regola nella gran parte dei sistemi euro-
             pei), almeno il giudice deve direttamente partecipare, seppur ex post e su impul-
             so di parte, all’esercizio della funzione amministrativa, così da curare i deficit
             della originaria fase procedimentale.
                  Il rimedio giurisdizionale amministrativo deve quindi configurarsi come
             appellatorio. Non sono adeguati (o comunque non avrebbero portata curativa)
             rimedi giurisdizionali (più o meno accentuatamente) a critica vincolata.

             (41)  Corte eur. dir. uomo, 20 giugno 2022, caso n. 31696/17, Geocostruzioni s.r.l., in cui si pone,
                  tra l’altro, la seguente domanda: «Les contestations sur les droits et obligations de caractère
                  civil des requérantes ont-t-elles été entendues équitablement, comme l’exige l’article 6 §1 de
                  la Convention? En particulier, compte tenu des « droits et obligations de caractère civil » en
                  jeu et des effets des mesures d’informazione antimafia interdittiva sur ceux-ci, des particula-
                  rités de la procédure devant l’autorité préfectorale (voir, en particulier, les articles 92 et 93 du
                  décret législatif no 159 de 2011) et de la jurisprudence interne sur l’étendue du contrôle juri-
                  dictionnel administratif en la matière (voir, parmi beaucoup d’autres, les arrêts du Conseil
                  d’État nos 3707/2015 et 7151/2018), les requérantes ont-t-elles eu la possibilité de soumet-
                  tre leurs contestations à un « tribunal » disposant de la « plénitude de juridiction » au sens de
                  la jurisprudence dégagée par la Cour sur le terrain de l’article 6 §1 de la Convention (Ramos
                  Nunes de Carvalho e Sá c. Portugal [GC], nos 55391/13 et 2 autres, §§176-186, 6 novembre
                  2018, voir aussi, en ce qui concerne les sanctions infligées par les autorités administratives
                  indépendantes, Edizioni Del Roma Societa Cooperativa A.R.L. et Edizioni del Roma S.R.L.
                  c. Italie, §§92-94, nos 68954/13 et 70495/13, 10 décembre 2020)?».

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