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IL FENOMENO DEL DOPING DALLA PROSPETTIVA ITALIANA E INTERNAZIONALE
c)gli integratori, ovvero i prodotti dedicati alla salute, che servono a rein-
tegrare eventuali perdite di macro e micronutrienti (ad esempio, sali, aminoaci-
di, vitamine) .
(6)
Per ciò che concerne, invece, i metodi proibiti, le pratiche più frequenti
sono il doping ematico e le manipolazioni chimiche e fisiche dei campioni di
(7)
urina .
(8)
La necessità di combattere il doping nello sport, si diceva, tanto a livello
nazionale che internazionale è universalmente riconosciuta; oggi, a differenza di
un passato in cui la pratica dell’uso di sostanze dopanti costituiva l’atto isolato
di un singolo atleta, il ricorso a sostanze vietate o a metodi proibiti risulta
“organizzato” , anche (ma non solo) a causa della illimitata reperibilità dei far-
(9)
maci attraverso i canali non ufficiali.
Per non parlare del preoccupante coinvolgimento del mondo giovanile,
dilettantistico e amatoriale - anch’esso interessato, tanto dal punto di vista del-
l’ordinamento sportivo quanto da quello statale, dalla normativa antidoping
(10)
- nell’utilizzo di sostanze e metodi proibiti, tale per cui si è resa necessaria una
riflessione seria, anche e soprattutto a livello internazionale, sulla necessità di
opporre misure concrete e risolutorie verso quella che viene definita come una
vera e propria piaga dello sport.
(6) Gli integratori alimentari sono, per l’appunto, alimenti che costituiscono una fonte concen-
trata di sostanze nutritive, come vitamine o minerali, o altre sostanze a effetto nutritivo o
fisiologico. Presentate in forme predosate (compresse, liquidi, polveri, ecc.), in ambito spor-
tivo vengono sovente utilizzati con la speranza/finalità di incrementare la massa muscolare,
ridurre il grasso corporeo, aumentare la velocità, migliorare la resistenza e velocizzare il recu-
pero. Non essendo considerati farmaci - ed, anzi, facilmente reperibili anche in farmacie e
supermercati - non vengono di regola sottoposti a una rigida regolamentazione.
(7) Una delle pratiche più frequenti prevede la somministrazione endovenosa di sostanze di sin-
tesi che migliorano il trasporto di ossigeno nel sangue.
Ed essa si affianca anche la cosiddetta autotrasfusione, tale per cui l’atleta si sottopone a un
prelievo di sangue che, dopo essere stato conservato sino alla normalizzazione dei globuli
rossi, gli viene trasfuso nuovamente, ottenendo così un incremento del numero dei globuli
rossi: è quasi superfluo ricordare che a tale ultima pratica sono connessi rischi molto gravi
come la possibile trasmissione di malattie infettive, il sovraccarico del sistema circolatorio e
lo shock metabolico.
(8) Per manipolazione farmacologica, chimica o fisica in materia di doping si intende “l’uso di
sostanze e di metodi in grado di alterare l’integrità e la validità dei campioni di urine utilizzati
per i controlli antidoping” (scambio di campioni di urina, uso di diuretici per l’eliminazione
più rapida di sostanze proibite rintracciabili ai testi antidoping, ecc.).
(9) Emblematico, sul punto, il caso “Russia”, covato per lunghi anni ed esploso definitivamente
all’indomani dei Giochi Olimpici invernali di Sochi, nel 2014.
(10) Come da definizione del Documento Tecnico per i Controlli e le Investigazioni, infatti, qualsiasi atleta di
livello internazionale, di livello nazionale e ricreazionale può essere sottoposto al controllo antidoping.
Amplius: https://www.nadoitalia.it/it/faq/controlli-antidoping.html#:~:text=Chi%20pu%
C3%B2%20essere%20sottoposto%20al,e%20le%20Investigazioni%20(DT_CI).
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