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                  L’esperienza radunatasi intorno al giornale Quex indicava poi l’esistenza
             di un filo stragista che attraversava i movimenti. I rapporti con Gelli, la P2,
             apparati dello Stato, costituirono una costante delle investigazioni. Di tutto que-
             sto percorso si dà ampiamente atto nelle requisitorie del pubblico ministero di
             Bologna per il primo processo per la strage del 2 agosto 1980, che portò alla
             condanna di Mambro e Fioravanti.
                  Queste connessioni, tuttavia, non devono impedire la conoscenza della
             complessa realtà dei movimenti radicali, tutt’altro che strumenti nelle mani di
             altri. Non si deve cioè fare lo stesso errore prospettico che impedì a lungo - fino
             alla rivoluzionaria impostazione di Mario Amato - la comprensione delle dina-
             miche che si andavano realizzando nel magma della destra eversiva.
                  Attraverso l’appello all’onore dell’uomo solare e all’azione, il cui valore è
             nell’azione stessa, si punta alla germinazione di iniziative spontanee. Per rende-
             re più evidente questo effetto si fa ricorso a sigle diverse, che in realtà non cor-
             rispondono ad organizzazioni distinte. Nella progettualità eversiva si costruisce
             una rete, una struttura organizzativa leggera, basata essenzialmente sulla dispo-
             nibilità di una piccola logistica comune e di legami diffusi di ambiente. Gli inve-
             stigatori utilizzeranno, per comprendere questo meccanismo, la teoria dell’arci-
             pelago. Pochi leader in grado di tenere uniti piccoli gruppi in costante muta-
             mento; un misto di spontaneismo e di centralizzazione.
                  Quegli schemi potrebbero oggi essere fuorvianti. Persino quello che più
             sembrerebbe attuale, come lo spontaneismo armato, è in realtà molto diverso
             dai movimenti del XXI secolo, anche quando essi condividono con quella espe-
             rienza  la  apparente  mancanza  di  struttura,  la  liquidità,  come  si  direbbe  con
             espressione fin troppo abusata.
                  Occorre cogliere la diversità rispetto al neofascismo degli anni Sessanta-
             Settanta, perché è la diversità ciò che davvero rileva ed ha valore esplicativo.
                  La conseguenza immediata di nuove forme di aggregazione è che esse -
             attraverso l’utilizzo delle forme di comunicazione oggi rese possibili dal web -
             consentono, anzi stimolano, azioni individuali o di piccoli gruppi.
                  Queste potenzialità sono emerse con chiarezza in molti procedimenti, tra
             cui forse il più chiaro è Stormfront, che si deve al lavoro accurato dei ROS con
             la Procura di Roma. Esso si fonda su teorie razziste e identitarie tipiche del
             suprematismo bianco, a partire dal Giorno della Corda, romanzo fondativo di
             quelle ideologie, nel quale si immagina che tutti coloro che hanno mischiato il
             loro sangue e le loro idee con i subumani, negri, immigrati ecc., vengono impic-
             cati in un giorno risolutivo, che segue a un periodo di attentati e di azioni indi-
             viduali.


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