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Intervento del Dottore Giovanni Salvi
(*)
La morte di Pierluigi Concutelli è stata poche settimane fa accompagnata
dai consueti riti, “presente”, “onore al comandante”.
Concutelli non fu solo l’assassino di Vittorio Occorsio, reo di avere con-
dotto efficacemente il processo contro Ordine Nuovo. Egli uccise in carcere
due persone coinvolte nelle stragi di Brescia e di Bologna, così impedendo che
potessero rendere dichiarazioni. Ancor prima - come emerso nel processo sui
mandanti, dopo la sua assoluzione definitiva per insufficienza di prove - aveva
sparato alla nuca al vicepresidente della Democrazia cristiana cilena, Bernardo
Leighton, in esilio a Roma, e poi anche alla moglie, Ana Fresno Obole, chinatasi
sul marito per soccorrerlo; un vecchietto e una vecchietta, come gli avrebbe
contestato con raccapriccio persino un suo sodale.
Ben pochi hanno reagito al tributo dato al defunto da molti camerati, che
ne hanno avvolto la bara nel Tricolore.
Coltivare la memoria non vale solo a lenire il dolore dei familiari delle vit-
time. Questo impegno è indispensabile perché la storia non venga ricostruita
secondo le narrazioni dei carnefici o delle contingenze politiche e perché le gio-
vani generazioni si formino alla scuola dei valori civili del coraggio, della fer-
mezza, della difesa delle libertà e dei diritti. In una parola all’onore secondo
costituzione (art. 54).
Purtroppo, anche tra i magistrati serpeggia ormai il disinteresse a conosce-
re in profondità gli eventi che ci hanno formati, negli anni Settanta e Ottanta, e
hanno contribuito a rendere magistratura e forze di polizia italiane tra le più
efficaci e leali al mondo.
Nel lavoro con la Fondazione Vittorio Occorsio, che prevede la designa-
zione di giovani magistrati che accompagnino le classi nel percorso rievocativo
di una memoria basata sulla ricostruzione dei fatti, e non su celebrazioni, mi
sono spesso sentito rispondere: ma io negli anni Settanta non ero ancora nato!
Va perdendosi la consapevolezza di quegli anni, fondativi della nostra identità
di magistrati.
Impegnarsi è dunque importante e dobbiamo essere grati alla sensibilità
dell’Arma, che ha contributo in maniera così rilevante al programma della FVO
nelle scuole.
(*) Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Vittorio Occorsio (FVO), già
Procuratore Generale presso la Suprema corte di Cassazione.
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