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Prolusione del Generale di Corpo d’Armata Giuseppe Governale
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                    Buongiorno a tutti. Grazie di essere qui.
                    Un saluto, anche a nome del Comandante Generale dell’Arma che non è
               potuto essere qui questa mattina. Mi ha incaricato di rendervi evidente il nostro
               apprezzamento per questa lodevolissima iniziativa. Il titolo di questo incontro
               è “perché ricordare; la giustizia adotta la scuola”. Quando da comandante del
               ROS e da direttore della DIA andavo per le scuole il tema ricorrente era “la
               mafia teme di più la giustizia o la scuola?”.
                    Nel momento che il tema centrale è ricordare, dobbiamo tenere presente
               che questa parola ricordare a noi serve. Ci serve per nutrire un sentimento, quello
               della coscienza. Capire noi stessi e capire quello che possiamo fare per la società.
                    La scuola fornisce gli elementi di carattere culturale, tutti quegli elementi che
               servono per essere noi performanti nella società civile in termini di professionalità.
                    Qui alla Scuola Ufficiali, come in tutte le scuole, siamo convinti che i tre
               pilastri della formazione: la cultura, la professionalità e i valori - i valori di essere
               cittadini - hanno uguale preminenza?
                    Certo che la cultura è importante, certo che la professionalità è importan-
               te, ma Rosario Livatino dirà che alla fine noi saremo valutati per quanto siamo
               stati credibili e la credibilità è un valore difficile da trovare perché la cultura la
               troviamo, la professionalità la troviamo, ma non sempre troviamo, purtroppo,
               credibilità e affidabilità. Ad esempio, quella direttrice dell’Agenzia delle Entrate
               di Palermo, professionalmente molto capace, che prende i dati dal computer e
               li passa ad un avvocato che li consegna alla mafia in modo tale che la mafia
               possa sottoporre ad usura gente in difficoltà economica, era professionalmente
               assai capace. Ma è stata credibile? E affidabile?
                    Il Presidente Mattarella è appena stato in Cile. Le cronache ci dicono che è
               andato a Santiago e ha voluto ricordare una studentessa di sociologia che a ventisei
               anni morì nei pressi della nostra ambasciata, peraltro dopo essere stata arrestata dal
               regime di Pinochet. Credeva nei valori della democrazia e di una società libera.
                    Siamo grati alla Fondazione Occorsio che ha avviato progetti a favore delle
               scuole  seguendo  il  percorso  del  ricordo  per  l’appunto.  Cercando  tra  l’altro  di
               descrivere le tante figure che, con comportamenti a volte diversi a volte simili, evi-
               denziano il valore positivo; perché il valore positivo c’è nelle Istituzioni. Perché non
               necessariamente lo Stato, magari per esigenze redazionali, si deve scrivere con la S
               minuscola, mentre a volte la parola mafia l’abbiamo scritta con la M maiuscola.


               (*)  Comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri.

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