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PROLUSIONE DEL GENERALE DI CORPO D’ARMATA GIUSEPPE GOVERNALE
Erano persone come noi - che
certo avevano qualche ingrediente in
più - che dobbiamo coltivare per ren-
dere un servizio utile al Paese.
Avevano il senso dell’Istituzione che
non consente alcuna forma di mode-
stia etica, ha detto ancora una volta il
Capo dello Stato nel corso di una ceri-
monia per ricordare, per l’appunto, la
figura di alcuni magistrati caduti sul
fronte dell’antimafia e del terrorismo.
E tra costoro, che non aveva-
no modestia etica, vi era anche,
ovviamente, Vittorio Occorsio i cui
canoni erano quelli del paradosso,
dell’imparzialità, pur svolgendo le
funzioni di accusatore. Un po’ come
a Palermo che c’è la “Piana dei
Colli”, e lui era imparziale nell’esse-
re accusatore, cosa rara purtroppo: un senso del dovere fuori dal comune.
Vittorio Occorsio non aveva alcuna vocazione persecutoria e alcun pregiu-
dizio anzi quando nel corso di un’indagine, quella che gli venne affidata dopo il
12 dicembre 1969, si pensò a Valpreda, lui la percorse la strada Valpreda, sba-
gliando, ma poi capì di aver sbagliato e senza indugio cambiò e diventò il prin-
cipale accusatore degli estremisti di destra, con riferimento ai quali morì.
Nessuna visione di parte, in definitiva. Lui perseguiva una missione, e
come diceva ai familiari: gli piacevano le cose giuste. Il senso, quindi, della legge.
Ad un certo punto sapeva, ecco il nodo centrale che volevo sottoporre alla
vostra attenzione (se mi permettete soprattutto a quella degli ufficiali frequen-
tatori di questa Scuola), perché questo è il punto vero: a un certo punto, come
tanti, sapeva di rischiare.
Ma è a quel punto che esce il coraggio morale, e avevano coraggio morale
figure come - l’ha detto poco fa il Generale Domizi - Carlo Alberto dalla Chiesa
che arrivò a Palermo la sera del 30 aprile dell’82, dopo che la mattina era stato
ucciso Pio La Torre.
Il giorno dopo (non ancora formalmente Prefetto di Palermo), 1° maggio,
bisognava fare un discorso e parlerà del potere, perché la Sicilia era in mano al
potere della mafia, se era arrivata ad uccidere il Segretario Regionale del maggiore
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