Page 34 - Rassegna 2023-2
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DOTTRINA




             SOMMARIO: 1. Premessa. - 2. Istituti a confronto: artt. 240-bis c.p. e 24 d.lgs n. 159/2011.
                       - 3. La confisca allargata. - 4. La confisca di prevenzione. - 5. Conclusioni.


             1.  Premessa
                  “Il disegno di Pio La Torre è la presa d’atto della realtà della mafia […] La mafia
             ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fatto grossi investimenti edilizi, o commerciali
             e magari industriali. A me interessa conoscere questa accumulazione primitiva del capitale
             mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, storte che architetti o
             grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi e ristoranti a la page.
             Ma mi interessa ancor di più la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, a quelle
             imprese, a quei commerci magari passati a nomi insospettabili, corrette, sta nei punti chiave,
             assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere”.
                  Con queste parole, durante l’intervista resa al giornalista Giorgio Bocca di
             Repubblica dell’11 agosto 1982, il Generale dalla Chiesa caldeggiava l’approvazio-
             ne  del  disegno  di  Legge  del  Deputato  Pio  La  Torre.  Fu  proprio  l’omicidio
             dell’Alto Ufficiale l’atto estremo che portò il Parlamento ad approvare il disegno
             di Legge che introdusse l’articolo 416-bis del codice penale e le misure di preven-
             zione patrimoniali: era il 13 settembre 1982, le misure di prevenzione patrimoniali
             diventano la punta di diamante della nuova strategia di lotta alle organizzazioni
             mafiose, quando esattamente dieci giorni prima era stato ucciso il Generale e il 30
             aprile precedente era stato ucciso il deputato promotore della novella legislativa.
                  I patrimoni delle organizzazioni mafiose erano inattaccabili sino ad allora
             e i mafiosi percepirono immediatamente l’incidenza della novella legislativa rea-
             gendo  con  la  massima  crudeltà;  dopo  anni  il  mafioso  Francesco  Inzerillo,
             avrebbe commentato “Cosa più brutta della confisca dei beni non c’è […]. Quindi la
                                         (1)
             cosa migliore è quella di andarsene ”.
                  La mafia è capace di invadere e conquistare il corpo sociale, condizionan-
             done i rapporti economici, amministrativi e politici. L’elemento caratterizzante
             di questo fenomeno criminale associativo, rispetto (ad esempio) all’associazione
             a  delinquere  “semplice”  o  all’associazione  dedita  al  narcotraffico,  è  che  il
             “metodo mafioso” è proiettato “sull’imposizione di una sfera di dominio in cui si inse-
             riscono la commissione di delitti, l’acquisizione della gestione di attività economiche, di con-
             cessioni, appalti e servizi pubblici, l’impedimento o l’ostacolo al libero esercizio di voto, il pro-
                                                     (2)
             cacciamento  del  voto  in  consultazioni  elettorali ”:  per  l’associato  mafioso  l’attività
             (1)   Sono le parole del boss siculo-americano Francesco Inzerillo intercettato nel febbraio 2008
                  nell’ambito dell’operazione “Old Bridge”, vds. https://www.poliziadistato.it/articolo/duro-
                  colpo-alla-mafia-tra-palermo-e-new-york.
             (2)   Sez. Sesta, Sentenza n. 563 del 29 ottobre 2015, dep. 8 gennaio 2016, Viscido, Rv. 265762.

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