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DOTTRINA
Con una evidente presa in carico del “rischio d’impresa” da parte delle
Istituzioni (AUSL) e, quindi, della intera collettività. Anche questo comporta-
mento è diventato frutto di una “visione” che è stata creata a bella posta da una
parte della società, dagli stessi responsabili politici che hanno sempre nutrito la
convinzione che lo spoil’s system - fra i tanti rimedi - costituisca un modo per inno-
vare la Pubblica Amministrazione, ma anche da una parte della società civile, da
quella avvocatura interessata ad atteggiarsi a paladina dei cittadini danneggiati
anche quando il danno alla salute non ci sia stato.
Se è vero che le richieste dei “governati”, degli “amministrati”, sono con-
figurate, nei sacri testi di diritto amministrativo come diritti esercitabili dal sin-
golo nei riguardi delle Istituzioni pubbliche, tali diritti - anche quando sono con-
formati come “diritti sotto tono”, cioè come interessi legittimi (per usare una
espressione del tutto atecnica ma forse un po’ più comprensibile) - sono stati
eccessivamente esaltati, facendo assumere al Giudice amministrativo un ruolo
di giustiziere della maladministration che esso non può (e non potrà mai ) avere.
Obbligo morale, prima che giuridico, che deve ricadere sulle dirigenze
della Pubblica Amministrazione, dato che esse sono state poste nelle condizioni
ottimali di valutare (che è pur sempre un modo di giudicare) i comportamenti
non diligenti dei propri collaboratori .
(8)
In una società che ispira i comportamenti di chi comanda ai principi dello
Stato di diritto, diventa difficile, defatigante chiedere conto dell’operato posto
in essere a chi è venuto meno ai precisi, puntuali doveri d’ufficio che, tra l’altro,
risultano declinati con grande chiarezza - dopo una serie di interventi volti a
recuperare il ruolo dell’ANAC - nei “Codici di comportamento” , e della cui
(9)
osservanza dovrebbe essere curato un doveroso monitoraggio .
(10)
E, tra essi, c’è sempre quello di avere dichiarato fedeltà alla Costituzione e
di dover assicurare il rispetto delle leggi della Repubblica; obblighi che toccano
(8) Cfr. R. Scalia, L’approccio al “controllo di gestione”, alla “valutazione delle politiche pubbliche” da parte
del management, Collana Politiche Pubbliche Gestione Controllo, dossier n. 3 (a cura di R.
Scalia), Ed. Istituto Max Weber, Roma, pp. 175-184; Idem, L’efficienza della P.A. è anche una que-
stione morale, in Funzione Pubblica, Rivista trimestrale del Dipartimento della Funzione Pubblica, n.
3/1988, Ed. Ist. Poligr. e Zecca dello Stato, Roma.
(9) Sul ruolo dei “Codici di comportamento”, v. Il principio di buon andamento. Etica e Codici di com-
portamento, Collana Politiche Pubbliche Gestione Controllo, dossier di ricerca n. 24.14.03 (a
cura di R. Scalia), Ed. Istituto Max Weber, Roma, 2015, p. 189.
(10) Nella relazione tenuta dal Procuratore Generale della Corte dei conti, Angelo Canale, è dato
di leggere - in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 - che «…per sgomberare
il campo da errate suggestioni, occorre considerare che la giurisdizione della Corte dei conti - secondo alcuni
- incuterebbe “paura” e frenerebbe l’azione amministrativa, c’era anche quando l’Italia ripartiva dopo le tra-
giche vicende dell’ultimo conflitto mondiale, c’era durante il cosiddetto “boom economico” degli anni Sessanta;
anzi, all’epoca i pubblici agenti rispondevano di norma anche per colpa lieve e di certo, se guardiamo ai tra-
guardi raggiunti, non si può dire che fossero frenati dalla “paura della firma”…».
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