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PROMOZIONE DEL BENESSERE PSICOLOGICO E PREVENZIONE
                           DEL DISAGIO IN RELAZIONE AI VISSUTI OCCORSI IN SERVIZIO




                    Prendere contatto con il proprio “corpo” può risultare faticoso, frustrante
               o addirittura soverchiante: riconnettersi con il soma può rendere consapevoli di
               sensazioni  fisiche  spiacevoli  o  dolorose  e  potrebbero  ricordare  emozioni  ed
               eventi angoscianti. Tuttavia, quello che il filone della Psicoterapia Sensomotoria
               (Ogden, Fisher, 2015), nonché il lavoro del Professor Bessel Van der Kolk, inse-
               gna è che: quanto più impariamo a conoscere la saggezza del corpo, che contie-
               ne gli adattamenti ai traumi passati e alle prime esperienze relazionali, tanto più
               è possibile risolvere le difficoltà. Il corpo è da intendere quindi come un palco-
               scenico attraverso il quale possiamo esprimere un malessere ma anche un mezzo
               attraverso il quale possiamo prendere consapevolezza del disagio e cambiare.
               Infatti, all’interno di un adeguato protocollo preventivo organizzativo, risulta
               utile insegnare agli operatori a padroneggiare tecniche di rilassamento possibili
               solo dopo una propedeutica consapevolezza corporea, anch’essa insegnabile.


               5.  Fronteggiare lo stress oltre la resilienza: il costrutto di antifragilità
                    Il concetto di coping è stato introdotto da Lazarus (1966) ed ha a che fare
               con le strategie di cui una persona dispone per fronteggiare situazioni stressanti,
               sia quotidiane che straordinarie, allo scopo di dominare l’evento e gestire le
               emozioni connesse. Il coping (Lazarus, Folkman, 1984) svolge diverse funzioni
               fondamentali in base alle quali può essere suddiviso in due differenti tipologie:
               problem-focused coping (risolvere la situazione mediante azioni strumentali) ed emo-
               tion-focused coping (regolando le emozioni negative attraverso strategie cognitive
               che consentono di attribuire significati diversi). Endler e Parker (1990) hanno
               ampliato la categorizzazione di Lazarus e Folkman (1984) introducendo una
               terza tipologia di coping:
                      task coping (centrato sul compito);
                      emotion coping (centrato sulle emozioni);
                      avoidance coping (centrato sull’evitamento).
                    In linea generale, non esiste una strategia di coping migliore o più risolutiva
               delle altre bensì è auspicabile che la persona possa fare un uso flessibile delle pro-
               prie strategie di coping: al fine di adattarsi in modo positivo allo stress è importante
               saper cambiare la strategia qualora risulti inefficace o disadattiva (Roulet, 2018).
                    Lo stile di lavoro che compete al soccorritore è tendenzialmente centrato
               sul “fare”; è ipotizzabile quindi che lo stile di coping maggiormente utilizzato è
               proprio quello “focalizzato sul problema”. Purtroppo, più frequentemente di
               quel che sarebbe utile, un altro stile di coping utilizzato dai soccorritori è quello
               “centrato  sull’evitamento”  (avoidance  coping);  esso  consente  di  ignorare  la


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