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             minacciosità dell’evento stressante impegnandosi in attività che distolgono l’at-
             tenzione dal problema al fine di non contattare la propria sfera emotiva e i vis-
             suti successivi. L’evitamento spesso si esplicita successivamente in comporta-
             menti disadattivi e disfunzionali come l’abuso di sostanze, l’abuso di alcol o i
             conflitti relazionali, sia intrafamigliari che lavorativi. Il concetto di coping si dif-
             ferenzia da quello più noto di resilienza. Resilienza non equivale a “resistenza”
             ma rappresenta proprio il suo opposto: un apparato psichico resiliente rimane
             compensato  di  fronte  a  gravi  esperienze  traumatiche,  assorbendo  l’urto  del
             disagio e del disadattamento.
                  Negli ultimi anni, Nassim Taleb ha permesso di superare il concetto di
             resilienza  grazie  al  costrutto  teorico  -  nonché  neologismo-  di  Antifragilità:
             “L’anti-fragilità va aldilà della resilienza e della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli
             shock  e  rimane  identico  a  se  stesso;  l’antifragile  migliora”  sostiene  l’autore  (Taleb,
             2012). Alla base della teorizzazione di Taleb vi è l’assunto che il mondo è incer-
             to, non lineare: niente è prevedibile, pianificabile né teorizzabile. Si definisce
             quindi antifragile colui che trae beneficio dalla volatilità, dagli imprevisti e dagli
             shock  cui  è  sottoposto.  Essere  antifragili  permette  di  trasformare  un  evento
             negativo in vantaggio poiché implica la capacità di evolvere e modificarsi a par-
             tire da situazioni avverse, talvolta desiderandole e quindi ricercandole attiva-
             mente. Le sfide vengono approcciate e affrontate in modo innovativo e la rispo-
             sta messa in campo dall’individuo è di tipo proattivo. Si tratta di un costrutto
             multidimensionale, nello specifico caratterizzato dalle seguenti capacità:
                    adattamento  proattivo:  capacità  di  reagire  in  modo  proattivo  di  fronte  a
             situazioni impreviste e in contesti nuovi e insoliti, modificando il proprio com-
             portamento cercando di raggiungere obiettivi in base alle risorse a disposizione;
                    rivoluzione agonistica: motivazione che spinge la persona verso situazioni
             nuove con apertura, curiosità e disponibilità al cambiamento senza desiderio di
             controllo o di previsione e considerando il fallimento come una palestra per
             l’apprendimento;
                    agilità emotiva: capacità di utilizzare le emozioni in due modi, o lascian-
             dosi coinvolgere e trasformando il vissuto emotivo in energia o distaccandose-
             ne assumendo una meta-posizione utile allo scopo;
                    distruttività consapevole: capacità di andare oltre al condizionamento della
             conoscenza eliminando i vincoli psicologici che impediscono di vedere nuove
             possibilità non funzionali al superamento di ostacoli o sfide.
                  L’antifragilità  può  essere  sviluppata  inizialmente  attraverso  una
             approfondita conoscenza di sé e stimolata da percorsi di formazione spe-
             cifici che permettono di trasformare il proprio mindset dinnanzi alle sfide e

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