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FLAVIO CARBONE
Dunque un regolamento unico per disciplinare il servizio dei Carabinieri
Reali sulla falsariga di quanto si faceva nella Francia della Restaurazione. Ma gli
allineamenti sono legati alle funzioni che tuttavia non sono perfettamente
sovrapponibili, nonostante la Francia rimanga a lungo il modello di riferimento
per il piccolo regno di Sardegna prima e il regno d’Italia poi.
Se si considera come base di partenza il Regolamento Generale, la strut-
tura enunciata precedentemente non corrisponde perfettamente a quella
dell’Ordonnance. Infatti, va detto che l’opera di ricucitura delle norme francesi
nella traduzione e applicazione per i Carabinieri Sardo-piemontesi fa emergere
alcune differenze in linea con il ruolo che Carabinieri Reali e Gendarmerie Royale
avevano nelle rispettive società.
Per osservare una delle prime difformità, si consideri il secondo comma
dell’articolo 1 del Regolamento Generale: “Una vigilanza attiva, non interrotta,
e repressiva costituisce l’essenza del servizio”, mentre l’Ordonnance parla più
semplicemente di “surveillance continue et répressive constitue l’essence de son
service” .
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L’aspetto che si vuole mettere in relazione sono le modeste modifiche nel
testo, peraltro provenienti dagli interventi normativi del 1816, dove la sorve-
glianza per i Carabinieri deve essere soprattutto attiva.
Su questo, si ritiene necessario fare una piccola precisazione, legata alla
funzione attribuita ai Carabinieri. Il ruolo che emerge nei documenti e nei testi
normativi dell’Età della Restaurazione è di custodi dell’ordine e dell’esecuzione
delle leggi quali espresse emanazioni della volontà del sovrano “per grazia di Dio”
nel Piemonte feliciano. Ciò lascia intravedere chiaramente che proprio i
Carabinieri rappresentavano quel primo elemento di tangibile presenza dello
Stato sino negli angoli più remoti del Paese di allora.
Un elemento particolarmente innovativo nel Regolamento è l’istituzione
del deposito allievi, recentemente celebrato a Torino . Il deposito allievi, isti-
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tuito con le regie patenti del 12 ottobre 1822, rappresentò nel tempo il centro
di formazione per eccellenza degli aspiranti Carabinieri che, al termine del per-
corso addestrativo, erano destinati alle stazioni.
(27) Si rinvia a Ferdinando ANGELETTI, La fortuna di una definizione, in Notiziario Storico dell’Arma
dei Carabinieri, a.VII (2022), n. 2 (marzo-aprile), pagg. 44-51 e anche Flavio CARBONE,
Repertorio degli ufficiali, cit., pagg. XCVI-985, p. XXIII.
(28) La ricorrenza è stata celebrata con il giuramento solenne il 23 luglio 2022 e una mostra “Guard-
a-voi! Due secoli della Scuola Allievi Carabinieri di Torino”, tenutasi dapprima presso il Mastio
della Cittadella dal 1° al 31 luglio 2022 e quindi a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale
della Regione Piemonte. Sul giuramento, Rosario SCOTTO DI CARLO, A scuola da 200 anni, in Il
Carabiniere, a. LXXV, n. 8/9 2022, pagg. 60-61. In merito alla mostra, si veda il catalogo “Guard-
a-voi! Due secoli della Scuola Allievi Carabinieri di Torino”, s.n., s.i., s.d. (ma Torino, 2022).
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