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IL METODO OPERATIVO
(2) l’efficacia nelle diverse tipologie di scontro per quello collettivo di
reparto. Erano previsti anche, a scadenze prefissate, corsi tenuti presso il GIS
(Gruppo di Intervento Speciale Carabinieri di Livorno), ove il personale riceve-
va un addestramento specifico per gestire al meglio le ipotesi di scontro.
Sempre per quanto riguarda questo aspetto, e ponendo sempre la massima
attenzione nel disciplinare l’uso controllato della forza, era mia cura costante
concentrare periodicamente, in uno dei poligoni di tiro dell’Arma di Roma, un
certo numero di sottufficiali, a rotazione, i quali si esercitavano nell’impiego di
tutti i tipi di armi in dotazione. L’efficacia delle trasmissioni radio era cruciale,
essendo i servizi di OCP (osservazione, controllo e pedinamento) una delle atti-
vità principali della Sezione.
Centrale Operativa della Legione Carabinieri di Roma (anni Ottanta)
(Fonte: La caserma e il comando Interregionale “Podgora” 2014, Studio del Generale Vincenzo Pezzolet,
Direzione dei Beni Storici e Documentali, biblioteca)
Tenendo conto anche della particolare conformazione della città di Roma,
caratterizzata dalla presenza di un grandissimo numero di strade strette in cui
non vi era una copertura radio affidabile, venimmo dotati di un sistema di tra-
smissione pienamente soddisfacente.
Come ho accennato, questo prevedeva una centrale operativa dislocata
negli uffici, due canali riservati, ciascuno dei quali servito da ben sei ponti ripe-
titori, dislocati sui palazzi più alti della città e accuratamente censiti, e apparati
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