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DOMENICO DI PETRILLO




                  Alcuni di loro, certamente non tutti, hanno vissuto un profondo travaglio
             morale e, pur avendo ricevuto i vantaggi derivanti dalla legislazione premiale
             prevista, proprio dai valori ritrovati hanno tratto la forza per aprirsi completa-
             mente, spinti più dalla volontà di interrompere il massacro che dal desiderio di
             eludere pesanti punizioni.


             6.  La selezione del personale
                  Un livello di scontro così alto, per le caratteristiche intrinseche del feno-
             meno, e così diverso, per la specificità delle variegate motivazioni ideologiche
             dei militanti ben diverse da quelle strettamente utilitaristiche presenti nel campo
             della criminalità comune, non poteva che essere affrontato con strutture inve-
             stigative dedicate e composte da uomini particolarmente motivati e disponibili
             a sottoporsi a ritmi di lavoro assolutamente eccezionali.
                  Sul primo punto ho avuto modo di descrivere le modalità organizzative
             predisposte dal Comando Generale dopo lo scioglimento dei due Nuclei spe-
             ciali. Per quanto attiene invece la scelta del personale da impiegare nei reparti
             anticrimine vale la pena di spendere poche parole per descrivere l’approccio uti-
             lizzato e le logiche che guidarono le scelte.
                  Perché sono convinto che nessuna predisposizione organizzativa, neppure
             la più illuminata e geniale, e quella scelta dal nostro generale lo era, avrebbe
             avuto speranza di successo se non fosse stata accompagnata, costruita, vissuta
             con una dedizione personale veramente fuori dal comune da parte sia degli uffi-
             ciali sia di tutto il personale.
                  Per quanto riguarda gli ufficiali, i quadri dell’Arma non erano talmente
             numerosi da rendere necessario affidarsi a una selezione basata su database o
             schede biografiche. Certamente queste erano utili ma in quelle circostanze, di
             fatto, l’ingaggio avveniva per scelta diretta sulla base delle caratteristiche mani-
             festate da ciascuno.
                  Talvolta erano gli stessi ufficiali a proporsi richiedendo il trasferimento
             allo speciale reparto già ben conoscendo quali sarebbero state le implicazioni di
             assoluto impegno, oltre ogni limite, e di fortissima contrazione della stessa vita
             privata, senza parlare poi dell’estrema riservatezza con cui operare in ogni cir-
             costanza.
                  Per la Sezione di Roma, durante la mia gestione diretta, cercai di orientare
             le scelte in maniera tale da predisporre le condizioni affinché il comando della
             Sezione avvenisse per vie interne, sia per garantire una continuità operativa sia
             per soddisfare legittime aspettative.


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