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DOMENICO DI PETRILLO
La Sezione di Roma, in sostanza, era costituita da tre fasce di sottufficiali:
uno zoccolo duro, composto da coloro che avevano già avuto esperien-
ze nel Nucleo Speciale;
una fascia intermedia, che già poteva contare su una buona esperienza operativa;
e i “giovani” nuovi ammessi.
Questi ultimi venivano confermati dopo un periodo di sei mesi di esperi-
mento. Le possibili uscite venivano integrate dal basso, nella stragrande mag-
gioranza dei casi attingendo ai suddetti elenchi.
Dopo il sequestro Moro, inoltre, vennero trasferiti alla Sezione un certo
numero di sottufficiali “anziani” provenienti dalle file del Sismi, i quali portaro-
no modalità operative e modelli comportamentali integrabili nel nuovo corso.
La Sezione di Roma giovò in maniera particolare di queste “facilitazioni”, cui
va aggiunta la non trascurabile possibilità di concentrarsi esclusivamente sulle
tematiche antiterrorismo o a esse funzionali, senza essere distolti da altri impe-
gni. A nessun altro reparto dell’Arma, infatti, è stato mai concesso tanto in ter-
mini di possibilità organizzative e operative. D’altra parte, nessun altro reparto
ha dovuto mai affrontare problemi di complessità paragonabile, con attività
destinate a protrarsi a lungo nel tempo e inerenti tematiche di tale natura: ter-
rorismo di sinistra, terrorismo di destra e, per quanto riguarda la Sezione di
Roma, terrorismo internazionale e, in casi specifici, anche questioni legate
all’anti-proliferazione. Per gli aspetti legati al terrorismo internazionale facem-
mo effettuare ad alcuni sottufficiali persino corsi di lingua e letteratura araba.
7. Le dotazioni tecniche
Per ragioni di coerenza organizzativa, una struttura operativa configurata in
modo così accurato non poteva che essere dotata di mezzi e tecnologie adeguati.
Anche in tale ambito, quindi, si assistette a una progressiva e radicale trasformazio-
ne, favorita anche dalla sempre maggiore efficacia dimostrata dalle Sezioni durante
quel difficilissimo periodo. I primi tempi, per l’osservazione e il rilevamento foto-
grafico avevamo a disposizione solo un vecchio furgone che noi stessi provvedeva-
mo ad allestire di volta in volta per assicurare copertura all’operatore, utilizzando
compensato, vernici e altri simili materiali di fortuna. In seguito, ci vennero assegnati
ben sette automezzi blindati di varia grandezza attrezzati per le riprese, climatizzati
e organizzati in modo tale da permettere soste anche lunghe in condizioni comun-
que confortevoli. Quanto al tipo di armamento, due criteri guidavano la scelta:
(1) la possibilità di occultamento nel caso di quello utilizzato individual-
mente nelle attività giornaliere;
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