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IVAN RIZZOLO




             vetture dei dirigenti di fabbrica: la prima azione fu proprio l’incendio di una vet-
             tura  di  un  dirigente  dell’allora  Sit-Siemens  nel  1970;  vi  furono  anche  alcuni
             sequestri di persona di dirigenti d’azienda molto brevi, qualche giorno al mas-
             simo, volti a dimostrare il senso della propaganda armata.
                  Queste prime espressioni delle Brigate Rosse furono sottovalutate sia dal
             movimento operaio sia da quello sindacale, ma anche dal Partito Comunista
             Italiano. Vi era una difficoltà e una lentezza da parte della società civile nel rico-
             noscere l’escalation del terrorismo in quel periodo storico in Italia, pervaso da
             manifestazioni e contestazioni di piazza.
                  In sostanza appariva nella percezione generale, che quegli atti dimostrativi
             compiuti dalle Brigate Rosse fossero parte di uno spirito dei tempi; risultava più
             facile riconoscere il terrorismo stragista di matrice reazionaria come nel caso
             delle stragi di Piazza della Loggia a Brescia o di Piazza Fontana a Milano, perché
             aveva modalità di attacco molto più violente e innovative che crearono una
             risposta più forte e immediata da parte della società civile .
                                                                    (2)
                  In questa fase le Brigate Rosse, non destavano particolare allarme nelle
             fabbriche, così si vennero a creare le condizioni per la costituzione il 17 agosto
             1970  dei primi nuclei operai autonomi nei luoghi di lavoro. A Milano furono
                 (3)
             coinvolte la Pirelli, Magneti Marelli, Breda, Falck, Sit-Siemens, Fiat; insomma
             nel mondo delle fabbriche vi erano le condizioni per una sorta di inquinamento
             politico del mondo del lavoro, nel quale si concepiva la propaganda terroristica
             parte del concetto teorico del nemico di classe, perdendo di vista il fatto che si
             trattava di un vero attacco teorico allo Stato. La conseguenza pratica fu, almeno
             all’inizio una sorta di accettazione dei nuclei operai autonomi e studenteschi in
             moltissime fabbriche e università milanesi e torinesi.
                  In tale situazione, il generale dalla Chiesa comprese appieno la pericolosità
             del fenomeno criminale terroristico chiedendo e ottenendo la costituzione del
             Nucleo speciale anticrimine che avvenne, non senza difficoltà iniziali il 22 mag-
             gio 1974. Il periodo storico era di particolare complessità interpretativa riguar-
             do al fenomeno, e sul terrorismo politico vi era anche scarsa conoscenza degli
             obiettivi reali da parte di chi doveva combatterlo. Tale confusione era dovuta
             anche a un conflitto politico studentesco che spesso sfociava in manifestazioni
             di piazza molto violente e da un diffuso dibattito in cui la sinistra extraparla-
             mentare trovava terreno fertile per alimentare una lotta allo Stato partendo dalle
             manifestazioni di piazza.

             (2)   Sergio BIANCHI, L’orda d’oro, 1  edizione, SugarCo, Milano, 1988.
                                         a
             (3)   Vincenzo TESSANDORi, Qui Brigate Rosse - il racconto, le voci. Baldini Castoldi Dalai, Milano,
                  2009, pagg. 782 e 22.

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