Page 139 - Rassegna 2022-1_2
P. 139
EFFETTI ETICO-NORMATIVI NEL GIURAMENTO MILITARE
L’accusa che muove Bobbio ai giusnaturalisti è quella di incorrere in
quell’errore logico comunemente definito “paralogismo naturalistico” o “falla-
cia naturalistica”, consistente nella violazione della ben nota Legge di Hume;
tale assioma è il fondamento del separatismo che incorre tra l’universo dell’es-
sere e del dover essere. Mentre, il giudizio di valore e la sua derivazione logica
rappresentano lo spartiacque tra coloro che rintracciano una possibile comuni-
cazione tra il mondo dell’essere e del dover essere, ammettendo così le possibili
declinazioni di un’etica normativa e di una deontologia professionale, e chi
invece ne contempla una netta separazione come si trattasse di binari che cor-
rono paralleli senza mai incrociarsi.
Il filosofo scozzese ebbe a dire: «In ogni sistema di morale in cui finora mi sono
imbattuto, ho sempre trovato che l’autore va avanti per un po’ ragionando nel modo più con-
sueto e afferma l’esistenza di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi, tutto a un
tratto, scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule è e non è incontro solo delle pro-
posizioni che sono collegate con un deve o un non deve; si tratta di un cambiamento impercet-
tibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Questi deve e non deve esprimono una
nuova relazione che necessita di spiegazioni».
Meditando su questa riflessione ebbe vita la seguente regola logica, ai più
nota come Legge di Hume: «Da una serie di proposizioni tutte assertive non può essere
inferito alcun precetto. O altrimenti detto: nessuna conclusione precettiva può essere tratta logi-
camente da una serie di premesse che non contenga almeno un precetto. Dalle asserzioni ai
precetti, vi è, insomma un salto logico».
Dalla accettazione di tale legge, deriva quella prospettiva teoretica che di soli-
to è definita non cognitivismo etico; la prospettiva, cioè, che - per evitare la caduta
nella fallacia naturalistica - nega ad ogni discorso di filosofia pratica, precettivo
e/o valutativo (come sono quelli della filosofia morale, dell’estetica, della filosofia
giuridica e politica, ecc.), un’autentica portata conoscitiva. Da questa grande divi-
sione si ritiene l’irriducibilità reciproca dei discorsi fattuali ed i discorsi normativi,
pertanto la totale negazione di un’etica normativa ed il ripudio della sostenibilità
delle norme sui sistemi morali. Estremismi interpretativi hanno erroneamente
sovrapposto il descrittivismo etico al non cognitivismo etico ed hanno portato
alcuni autori a sostenere che i discorsi etici (e in generale tutti i discorsi prescrittivi)
sono inderivabili da qualsivoglia osservazione empirico fattuale, e dovrebbero
essere ritenuti del tutto privi di significato, mere espressioni di stati di “emozione
morale”, non esprimibili in categorie logico teoretiche e rilevanti, tutt’al più solo
in chiave psicologistica. Ricalcando Hume si potrebbe dire che tale approccio
rovescerebbe tutti i comuni sistemi di morale e ci farebbe capire che la distinzio-
ne tra vizio e virtù non si fonda semplicemente sulle relazioni tra gli oggetti e
non viene percepita mediante la ragione (al più attraverso il sentimento morale).
137