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FAMILY MASS MURDERS. CHIAVI DI LETTURA E PROSPETTIVE DI INTERVENTO




                        Spesso, l’assassino si suicida dopo aver compiuto la strage e, in tal caso, si
                                              (17)
                  parla di suicidio allargato . I familicidi rappresentano la forma più comune di
                  omicidio di massa e sono principalmente definiti da una stretta relazione vitti-
                                (18)
                  ma-assassino . Il prototipo dell’assassino di massa familiare è un uomo
                  depresso, spesso alcolizzato, che spara ad ogni membro della sua famiglia prima
                  di puntare la pistola contro se stesso .
                                                           (19)
                        È possibile affermare che vi sono due tipi distinti di familicidi con diversi

                  fattori contestuali che fanno precipitare il crimine:
                        ➣ omicidio per procura;
                        ➣ suicidio per procura.
                        Rispondendo alla tensione con una vendetta, l’annientatore familiare fre-
                  quentemente attacca i propri figli in quanto li considera come estensioni del-
                  l’obiettivo primario. Quest’ultimo, in genere, è rappresentato dalla moglie, contro
                  la quale si cerca vendetta. L’uccisione dei bambini rappresenta perciò un danneg-
                  giamento nei confronti della moglie a seguito di qualche conflitto intrafamiliare .
                                                                                                       (20)
                  Tali motivazioni potrebbero essere definite ostili e rientrano in quello che è defi-
                  nito omicidio per procura . Marzuk, Tardiff e Hirsch (1992) e Ewing (1997)
                                               (21)
                  descrivono, in particolare: gli assassini familiari dipendenti-protettivi, autori di
                  omicidi che credono di poter sostenere da soli i loro cari e soddisfare i loro bisogni.
                  La famiglia, idealizzata come perfetta, forma una componente centrale dell’iden-
                  tità dell’omicida di massa familiare, così che i coniugi e i figli sono essenzialmente
                  visti come estensioni del sé. Quando questa percezione enfatizzata di famiglia
                  e/o il suo controllo sono minacciati dalla tensione, l’omicidio diventa l’ultima
                  forma per riconquistare il controllo e preservare l’unità familiare. In alcuni casi,

                  la fonte della tensione non colpisce i legami familiari e non incita alla rabbia, ma
                  provoca piuttosto intensi sentimenti di vergogna e fallimento. In questi casi, il
                                                                   (22)
                  colpevole commette un suicidio per procura , che, a causa di un senso distorto
                  (17)  FORNARI, 2008.
                  (18)  FOX & LEVIN, 2015; KROUSE & RICHARDSON, 2015.
                  (19)  DIETZ, 1986.
                  (20)  FOX & LEVIN, 1998; FRAZIER, 1975; LIEM & REICHELMANN, 2014; WILSON, DALY & DANIELE, 1995.
                  (21)  FOX & LEVIN, 1998; FRAZIER, 1975.
                  (22)  Il concetto di Durkheim (1897, citato in Vanderoorde, Estano & Painset, 2016) di suicidio altrui-
                        stico si riferisce al gesto compiuto da un uomo che decide di togliersi la vita per il bene di un gruppo
                        al quale appartiene (o al quale non si sente più degno di appartenere). In Francia, la nozione di sui-
                        cidio altruistico è talvolta usata per indicare l’atto di togliersi la vita trascinando con sé altre persone,
                        solitamente membri della famiglia. La definizione del termine altruismo, tuttavia, si riferisce alla pre-
                        occupazione disinteressata per il bene degli altri e sembra essere in contraddizione con l’idea di omi-
                        cidio non consensuale. Inoltre, l’espressione suicida-compassionevole enfatizza la presenza di un
                        sentimento (la compassione) che può suggerire che l’omicidio è compiuto per il beneficio degli
                        altri, mentre l’analisi dei casi clinici mostra più emozioni di sollievo, rabbia o paura negli autori.

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