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DOTTRINA




                    Spesso, l’assassino si suicida al termine della strage e, in tal caso, si parla di suicidio
              allargato, questo termine fu introdotto nel 1911 dallo Strassmann il quale lo riservò a quei
              casi in cui «il suicidio fu il motivo primitivo e l’uccisione dei familiari, ad opera del padre
                                                                                           (3)
              o della madre, avvenne per non lasciare questi sopravvivere soli, senza aiuto» .

                    Mass murder is defined in the literature as a multiple homicide, committed by a single individual,
              within a single event - or at least a continuous event without an emotional cooling-off  period - and in one
              or more locations in close geographical proximity.

                    A specific typology is the so-called family mass murder. In this case, the perpetrator is the one who
              intentionally kills members of  his own family, including extended family members and common-law relatives.
                    Often, the murderer commits suicide at the end of  the massacre and, in this instance, there is talk
              of  extended suicide. This term was introduced in 1911 by Strassmann who reserved it for those cases in
              which «suicide was the primary motive and the killing of  family members, by the father or mother, took
              place in order not to leave them to survive alone, without help».



              SOMMARIO: 1. Introduzione. - 2. Classificazioni e tipologie. - 3. Fattori eziologici. - 4. Disturbi
                          mentali correlati al family mass murder. - 5. Conclusioni.


              1.  Introduzione
                    Il multicidio e, in particolare, gli omicidi di massa familiari sono fenomeni
              talmente drammatici da suscitare sgomento nella popolazione comune ma anche
              grande interesse da parte di clinici, criminologi e scienziati del comportamento.
                    Fino agli anni Ottanta la letteratura criminologica, psicologica e psichiatrica
              sull’argomento era scarna e insufficiente, al di là della citazione di pochi casi iso-

              lati. Tutte le forme di omicidio multiplo erano considerate omicidi di massa.
              Nonostante molti di questi crimini siano stati descritti fin dall’antichità, i primi
              sforzi per classificare gli omicidi di massa si devono a Dietz, che nel 1986, definì
              per la prima volta l’omicidio di massa  come omicidio multiplo commesso da
                                                         (4)
              un singolo individuo all’interno di una singola unità di tempo, nello stesso luogo.


              (3)   STRASSMANN, 1911.
              (4)   L’omicidio di massa è anche definito come Berserk syndrome. Il comportamento dell’omicida
                    di massa, talvolta, è visto come l’atto di un soggetto colto da una furia improvvisa. La sin-
                    drome prende il nome del selvaggio guerriero nordico Berserk (impazzito, uscito di senno)
                    descrivendo molto bene l’impetuosità dell’assassino sulla scena del crimine. Il nome raffigura
                    un gruppo predatore di “litigiosi e assassini che disturbavano la quiete della comunità vichin-
                    ga tra l’870 e il 1030 d.C. Gli storici norvegesi li descrivono come persone gigantesche prese
                    da una furia selvaggia, estremamente forti, insensibili al dolore, irrazionali”, (Palermo, 1997;
                    MACDONALD, 1961, pag. 174).


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