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INSERTO



                  Le potenziali fonti di prova da raccogliere comprendono:
                  ➣ l’abbigliamento della vittima; la struttura sanitaria che accoglie le vittime di
             violenza deve essere in grado di attivarsi per garantire alla vittima abiti sostitu-
             tivi. Capita frequentemente che la vittima di violenza sessuale si rechi al Pronto
             Soccorso o dal medico di fiducia, evenienza quest’ultima rara, dopo essersi lava-
             ta e aver rimosso gli indumenti che indossava nel momento della violenza; in
             questo caso è d’obbligo provvedere a salvaguardare l’abbigliamento in questio-
             ne, dando indicazioni sulle modalità di conservazione idonee per preservare
             eventuali tracce biologiche.
                  Se la vittima è in condizioni di mantenere l’ortostatismo è indicato farla
             spogliare in piedi sopra un foglio grande di carta (generalmente vengono usati
             i fogli di carta bibula da laboratorio) o parte di un lenzuolo sterile, al fine di evi-
             tare che qualche reperto aderente all’indumento possa cadere durante la svesti-
             zione ed andare perso (ad es. capelli strappati o sciolti dell’aggressore/i, liquidi
             biologici). La carta o la stoffa vengono, se del caso, contrassegnati per identifi-
             care da che parte era rivolta la vittima e quindi piegati per conservare le prove.
                  Ogni indumento deve essere raccolto e conservato separatamente in buste
             di carta, riducendo al minimo la sua manipolazione; assolutamente da evitare
             sono  i  sacchetti  di  plastica  che  creano  un  ambiente  umido  che  favorisce  la
             degradazione del DNA.
                  Il  vestiario  bagnato  deve  essere  accuratamente  fatto  asciugare  in  aria
             ambiente prima di procedere alla repertazione, senza ricorrere a fonti di calore
             eccessive, quali stufe o phon.
                  ➣ tamponature  delle  principali  aree  attinenti  la  sfera  sessuale,  quali  i  genitali
                              (33)
             esterni, la regione peniena, la vagina, la regione perivaginale, la cervice uterina,
             la regione ano-rettale, l’orofaringe e la regione peribuccale se il dato circostan-
             ziale lo richiede, o sempre se la vittima è minore, disabile o anziana o se sotto
             l’effetto di sostanze xenobiotiche e le circostanze impongono una certa urgenza
             nelle indagini. Le indicazioni della WHO (2020) prevedono, in caso di eiacula-
             zione nella cavità buccale, di ricorrere a tampone asciutto da passare tra i denti
             e soprattutto nello spazio tra i denti e le gengive del mascellare inferiore, dove
             lo sperma tende a raccogliersi.
             (33)  Si ricorre al metodo del tamponamento se trattasi di tracce non trasportabili. I tamponi sintetici,
                  di cui esistono diverse tipologie in commercio sono maggiormente raccomandati rispetto ai tam-
                  poni con punta in cotone, in quanto è stato dimostrato che consentono migliori risultati in termini
                  di estrazione e di amplificazione del DNA; piccoli frammenti di DNA potrebbero infatti rimanere
                  intrappolate fra le fibre di cotone. I tamponi possono essere usati asciutti o leggermente inumiditi
                  con acqua sterile durante la raccolta da superfici asciutte (ad es.: cute, mucosa della cavità anale),
                  passati delicatamente e ruotati nello stesso punto; devono essere effettuate almeno due tampo-
                  nature per regione, (MARSHALL et al., 2014). I tamponi vanno poi riposti in contenitori sterili.

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