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DOTTRINA



                  Lo stesso principio si applica alle donne nelle coppie dello stesso sesso,
             cosicché tutte le donne, comprese le donne lesbiche, bisessuali o transgender,
             possano accedere ai rifugi per le vittime di violenze domestiche e abbiano il
             diritto di vivere una vita senza violenza.
                  Ed  ancora:  quando  si  fa  riferimento  alla  violenza  domestica,  la  stessa
             Convenzione di Istanbul precisa che anche gli uomini possono esserne vittime
             e, parimenti, possono esserne vittime gli uomini omosessuali.
                  La violenza domestica, infatti, si caratterizza per essere una violenza cosid-
             detta di prossimità, che si estrinseca prevalentemente nelle relazioni intime, e
             che trova nella violenza psicologica una delle modalità di attuazione più diffuse.
             Ecco perché, se non vi è dubbio che le vittime della violenza fisica siano più
             spesso donne, per quanto invece concerne la violenza psicologica, non sembra
             possano farsi delle distinzioni di genere, rimanendone vittime sia uomini sia
             donne .
                   (14)
                  Ciò che, invero, caratterizza i conflitti endofamiliari e i delitti che matu-
             rano in questo ambito è la natura servente e nascosta degli atti di violenza, la
             cui  origine  deve  rinvenirsi  in  relazioni  psicologicamente  complesse  tra  gli
             individui. In questi casi, così come per altre ipotesi delittuose ove esiste una
             relazione di affettività tra il soggetto agente e la vittima, ci si deve sempre
             confrontare con il cosiddetto “numero oscuro”, ovvero quella parte sommer-
             sa di reati non denunciata o per i quali resta ignoto l’autore. Tra i fattori che
             ostacolano la denuncia dei maltrattamenti subiti, rientra certamente la paura
             di perdere il legame affettivo, anche se labile, con l’aggressore. L’esistenza del
             legame affettivo fa sì che spesso la violenza, specie se di natura psicologica,
             non venga percepita come tale dalla vittima, che tende per contro a conside-
             rarla come un fatto normale. Se a questo aggiungiamo il retaggio culturale che
             tende  a  giustificare  comportamenti  lesivi  come  semplici  conflitti  familiari
             consumati all’interno di mura domestiche e aggiungiamo altresì la difficoltà di
             reperire i mezzi di prova a sostegno di denunce di violenze subite, è indubbia
             la difficoltà per la vittima di ribellarsi a condotte che offendono la propria
             dignità fisica e psichica.
                  Gli uomini, poi, si ritrovano vittime dello stesso stereotipo di genere sessi-
             sta del dominio maschile che non ammette che gli uomini possano essere più
             deboli  delle  donne;  sicché  per  paura  dello  stigma  sociale,  finiscono  con  non
             denunciare le violenze subite.


             (14)  Sul tema, più diffusamente, v. BARBARA BENEDETTELLI, 50 sfumature di violenza. Femminicidio e
                  maschicidio in Italia, Cairo, 2017, passim. Altresì v. CRISTINA MACCARRONE, Violenza sugli uomini:
                  ecco cosa si nasconde tra le pareti di casa, in www.osservatoriodiritti.it, 20 febbraio 2019.

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