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                                          AGRO ECO AMBIENTE



                    Il frammento ci dice che è il diritto stesso a imporre attenta custodia dei
               luoghi sacri da parte degli amministratori, tanto che istruzioni in tal senso sono
               frequentemente rinnovate ai governatori provinciali. Ciò, dice Frontino, si ottie-
               ne più facilmente nelle province, perché sul suolo italico la densità della popo-
               lazione è tale da indurre a commettere atti contrari alla legge e ai sacra, tanto che
               spesso si verificano occupazioni di boschi sacri. Alcuni fra questi santuari natu-
               rali, prosegue Frontino, erano contesi anche fra municipi, in ragione del fatto
               che essi attiravano numerosi visitatori, che a loro volta generavano entrate signi-
               ficative per le casse pubbliche .
                                            (55)
                    Per quanto riguarda le occupazioni compiute da privati, esse erano certa-
               mente dovute, come dice il nostro autore, alla relativa scarsità di terreni rispetto
               alla popolazione nel I sec. d.C., ma egli stesso ricorda che tali atti si verificavano
               per lo più a seguito del fatto che la natura sacrale del luogo era andata perden-
               dosi con il decorso del tempo: Sunt et loca sacra quae re uera priuatis finibus rei p.
               coloni debent. haec plerumque interuentu longe obiiuionis casu a priuatis optinentur, quam-
               quam in tabulariis forme eorum plurimae extent  .
                                                        (56)
                    Qui sembra comunque trattarsi di contenzioso intorno alla natura (e
               dunque  alla  spettanza)  della  res  controversa ;  in  effetti,  per  molti  versi  i
                                                           (57)
               boschi sacri non presentano significative differenze rispetto a qualsiasi altra
               res sacra  .
                       (58)
                    Si tratta di beni extra commercium, non usucapibili, ed è ragionevole pensare
               che la loro tutela passasse in primo luogo attraverso l’interdetto ne quid in loco
               sacro fiat  , al quale era legittimato chiunque avesse il compito di provvedere alla
                       (59)
               cura del luogo sacro .
                                   (60)
                    Il bosco, come si diceva più sopra, è quasi una sorta di tempio naturale,
               che richiede di essere manutenuto, ossia disboscato e in generale tenuto libero
               da detriti. È dunque necessario in qualche modo violarne la sacralità per assicu-
               rarne il buon mantenimento. Vi è poi la possibilità che qualcuno, per ignoranza
               della natura del luogo o, peggio, con dolo ne asporti dei materiali.

               (55)  Id., 57, 20 (Lachmann): Sed et inter res publicas frequenter eius modi [20] contentio agitatur de his locis
                    in quibus conuentus fiunt maiores et aliquod genus uectigalis exigitur.
               (56)  Ibid.
               (57)  Cfr. B. BRUGI, Le dottrine Giuridiche degli agrimensori romani comparate a quelle del Digesto, Verona-
                    Padova, 1897, pagg. 274 ss.
               (58)  Su questo tema mi limito a rinviare al già citato G. GROSSO, Corso di diritto romano, cit., pagg.
                    18 ss.
               (59)  D. 43.1.2.1 (Paul. 63 ad ed.); D. 43.6.1-3. Cfr. C. BUSACCA, Riflessioni sull’interdetto ne quid in loco
                    sacro fiat, in Accademia Peloritana dei Pericolanti, Classe di Scienze Giuridiche, Economiche e Politiche,
                    XLVII (1978), pagg. 61 ss.
               (60)  D. 43.6.1.3: Sed et cura aedium locorumque sacrorum mandata est his, qui aedes sacras curant.
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