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INSERTO



                                                            anche  qualora  il  primo  pro-
                                                            blema  sociale  divenisse  il
                                                            furto  delle  mele,  sarebbe
                                                            costituzionalmente illegittimo
                                                            prevedere  l’ergastolo  per  eli-
                                                            minare o ridurre il fenomeno.
                                                            Qualche problema interpreta-
                                                            tivo è posto dal recepimento
                                                            costituzionale  del  terzo  fon-
                                                            damento ideologico: l’inclina-
                                                            zione  special-prevenzionista,
                                                            spingente a conferire un peso
              Il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa con il Generale Enrico   specifico  alle  biografie  dei
             Riziero Galvaligi, ucciso dalle Brigate Rosse a Roma, il 31 dicembre
                1980, e l’allora Ten. Col. Cesare Vitale, diventato Vice   condannati in un sistema nor-
              Comandante Generale dell’Arma, e per lunghi anni Presidente   mativo  inevitabilmente  stan-
              dell’ONAOMAC, recentemente scomparso (25 aprile 2021).  dardizzante,  è  declinata  con
             un sostantivo ambiguo, «rieducazione», in vista della quale l’esecuzione della
             pena deve tendere. «Rieducazione» non è tra le migliori parole contenute nella
             nostra Carta, generalmente mirabile anche dal punto di vista letterario. Trasuda
             troppo  Secolo  breve  (il  significativo  sottotitolo  di  questa  celeberrima  opera  di
             Hobsbawm è 1914-1991: l’era dei grandi cataclismi): dai Gulag ai Konzentrationslager
             tale periodo ha conosciuto una certa, terrificante, centralità delle istituzioni “rie-
             ducative”. Senza contare gli scenari che i progressi delle neuroscienze fanno
             intravedere  sul  tema,  già  prefigurati  nell’Arancia  Meccanica  di  Burgess  (e
             Kubrick): se e quando sarà possibile, la manipolazione tecnica delle coscienze
             dei  condannati  restituirebbe  automi,  non  uomini.  Molto  più  riduttivamente,
             «rieducazione» va interpretata come «offerta di opportunità» : lungi dal forza-
                                                                       (53)
             re a condividere nell’intimo i valori sottesi all’ordinamento, il sistema penale
             deve predisporre le condizioni affinché il condannato possa decidere libera-

             (53)  F.  MANTOVANI,  Diritto  Penale,  Padova,  CEDAM,  1979,  pag.  677.  La  giurisprudenza  della
                  Corte Costituzionale ha variamente tradotto il sostantivo «rieducazione»: la sentenza n. 168
                  del 1972 parla di «reinserimento nell’ordine sociale»; la n. 204 del 1974 di «riadattamento alla
                  vita sociale»; la n. 126 del 1983 di «reinserimento nel contesto economico e sociale»; la n. 274
                  del 1983 di «reinserimento nella corpo sociale»; la n. 161 del 1997 e la n. 450 del 1998 di
                  «reinserimento nella società»; la n. 271 del 1998 di «ravvedimento» o «recupero sociale»; la n.
                  168 del 1994 di «reinserimento del condannato nel consorzio civile»; le n. 282 del 1989, n.
                  296 del 2005 e n. 257 del 2006 di «risocializzazione». L’espressione dottrinale «offerta di
                  opportunità»  pare  la  più  rispondente  alla  complessiva  impostazione  liberale  della
                  Costituzione, nonché la più lontana dalle accuse (rivolte agli istituti penitenziari) di subdolo
                  disciplinamento sociale dei corpi prospettate da M. FOUCAULT in Sorvegliare e punire. Nascita
                  della prigione, Torino, Einaudi, 1976.

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