Page 99 - Rassegna 2020-3
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I DELITTI DI INQUINAMENTO E DISASTRO AMBIENTALE
                  ATTRAVERSO L’INTERPRETAZIONE DELLA GIURISPRUDENZA DI CASSAZIONE



               le prescrizioni brevi unite ai lunghissimi tempi formali degli accertamenti dedi-
               cati e tutte le difficoltà tecniche e procedurali connesse a reati/contravvenzioni,
               spesso di pura forma e di poca sostanza, non hanno di certo potuto rappresen-
               tare un efficace contrasto alla diffusione dei crimini ambientali sul territorio.
                     Le  sanzioni  amministrative  sono  da  considerarsi  risibili  a  fronte  della
               grande criminalità ambientale ed al giro di affari economico connesso ai traf-
               fici di rifiuti. Basti pensare che il furto di calzini al supermercato è un delitto,
               mentre  la  gestione  illecita  dei  rifiuti  o  la  discarica  abusiva  sono  ancora
               reati/contravvenzione.
                     In questo scenario - in passato - è dunque dovuta intervenire una magi-
               stratura supplente che, attraverso una serie di pronunce giurisprudenziali, ha
               creato i cosiddetti “reati satelliti” .
                                               (3)
                     Tra questi reati va senz’altro ricordato il cosiddetto “disastro ambientale
               innominato” mutuato dall’articolo 434 c.p. (Crollo di costruzioni o altri disastri
               dolosi). In pratica, per supplire alla carenza normativa del settore sono stati
               individuati alcuni reati nel codice penale che in realtà giuridicamente non c’en-
               travano assolutamente nulla con l’aspetto ambientale, ma che poi per via inter-
               pretativa sono stati applicati contro i crimini ambientali. Per decenni, dunque,
               si è andati avanti sfruttando questa normativa presa a prestito dal codice penale
               per supplire all’assenza dei delitti ambientali ufficiali che tardavano ad arrivare.
                     Negli anni pregressi la vera battaglia, nel contesto delle attività di con-
               trasto ai crimini ambientali, è poi avvenuta nelle aule giudiziarie dove spesso
               tutto si è arenato ed estinto sotto il peso delle schermaglie processuali tra
               periti e consulenti. Una battaglia a tutto campo che ha ruotato spesso intorno
               ai sofismi interpretativi delle terminologie contenute nelle varie fattispecie,
               che si sono prestate a molteplici chiavi di lettura tra loro opposte, ed a regole
               procedurali senza regole prefissate e gestite da oscillanti orientamenti giuri-
               sprudenziali .
                           (4)

               (3)   La dicitura “reati satelliti” è una espressione ideata da “Diritto all’ambiente” registrata come
                     marchio presso la Camera di Commercio di Terni con il n. TR/2011C000093 e tutelata dalla
                     legge sul copyright.
               (4)   Si pensi alla vicenda che ha riguardato lo stabilimento Montedison di Bussi sul Tirino (in pro-
                     vincia di Pescara), il quale per quasi quarant’anni ha avvelenato acqua e suolo circostanti. Nel
                     2014, in primo grado, la Corte d’Assise di Chieti aveva assolto gli imputati “perché il fatto
                     non sussiste” dal reato di avvelenamento delle acque e dichiarato il non doversi procedere
                     per prescrizione per il reato di disastro ambientale (innominato ex art. 434 c.p.) derubricato
                     da  doloso  in  colposo.  Successivamente,  invece,  nel  2017  la  Corte  d’Assise  d’appello
                     dell’Aquila aveva condannato dieci imputati su diciannove a pene tra i due e i tre anni, dopo
                     un ricalcolo dei termini relativi al reato di disastro ambientale per il quale non si era ritenuta
                     intervenuta la prescrizione. La Cassazione, infine, nel 2018 ha ribaltato la sentenza di appello
                     annullando le condanne per assoluzione e prescrizione.

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