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MISSILI: UN SISTEMA DI DETERRENZA FONDATO
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                     In questa prospettiva, la credibilità dell’intero schieramento dei sistemi di
               teatro della NATO in Europa era strettamente connessa a quella dell’arsenale
               strategico americano.
                     Nel settore delle armi di teatro a corto raggio (tattiche), malgrado gli ame-
               ricani avessero goduto di una certa supremazia per lunghi anni, la situazione si
               stava spostando a favore del Patto di Varsavia.
                     Si trattava comunque, di una categoria di armi il cui ruolo, nel contesto
               operativo europeo, sembrava perdere progressivamente di validità per effetto
               soprattutto dei processi di miglioramento in atto delle armi convenzionali in
               termini di gittata ed effetti sugli obiettivi.
                     Le  moderne  linee  di  pensiero  militare,  infatti,  sembravano  orientate  a
               ricercare  la  necessaria  neutralizzazione  delle  masse  nemiche  in  profondità,
               mediante  l’impiego  di  appropriati  mezzi  convenzionali,  piuttosto  che  con  il
               ricorso a sistemi nucleari che potevano innescare una spiralizzazione progressi-
               va difficilmente controllabile.
                     Nel campo convenzionale, la netta superiorità del Patto di Varsavia sulla
               NATO sembrava un fatto accettato da tutti gli osservatori, almeno per quanto
               concerne il settore aereo-terrestre.
                     Tale assunto, appariva senz’altro vero ove si fossero considerati esclusiva-
               mente i rapporti quantitativi.
                     Sotto questo profilo, la superiorità delle forze del Patto di Varsavia in ter-
               mini di mezzi corazzati, artiglierie e aerei da combattimento sembrava conferire
               al blocco orientale un incontrovertibile vantaggio operativo rispetto alle forze
               della NATO. Tale considerazione, pur mantenendo una certa validità, si ridi-
               mensionava qualora si spostava la valutazione sul piano qualitativo.
                     Infatti, a prescindere dalla innegabile maggiore sofisticazione dei mezzi
               occidentali, la NATO registrava una netta superiorità operativa nei settori del
               Comando e Controllo, delle armi controcarro e degli elicotteri.
                     Ne  conseguiva  una  più  spiccata  flessibilità  delle  forze  occidentali  che
               avrebbe potuto rappresentare un fattore di successo in una struttura difensiva
               quale quella della NATO.
                     L’impulso  dato  alla  ricerca  e  sviluppo  nei  settori  tecnologici  connessi
               all’iniziativa di difesa strategica non comportava necessariamente, almeno nel
               breve termine, cambiamenti significativi nella struttura degli arsenali militari.
               Infatti,  sino  a  quando  non  sarebbe  stato  concretamente  possibile  realizzare
               parti efficaci dello scudo difensivo contro i missili balistici, non erano prevedi-
               bili mutamenti dell’equazione strategica che rimaneva fondata su un ben cali-
               brato rapporto dei contrapposti deterrenti nei tre settori operativi fondamenta-
               li: nucleare strategico, nucleare di teatro e convenzionale.


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