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DOTTRINA
In una modernità senz’altra identità se non quella di non possederne alcu-
na, in un secolo disfatto e scivoloso, nell’epoca della “solitudine di massa” ,
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abitante della “società liquida” l’animale sociale ha perso i propri riferimenti,
(13)
trasformandosi in un animale social. Così, l’uomo-senza-privacy si illude di essere
libero: smarrito nella pubblicità del “Si”, vive nell’inautenticità, inconsapevol-
mente gettato nell’universo della deiezione - Verfallenheit. “Ognuno è gli altri,
nessuno è sé stesso” .
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Allo stesso modo, anche la gestione di questi dati - piegata a strumento di
marketing - si sarebbe fatta “liquida”, realizzando una vera e propria rete di
controllo “post-panottica” , for the sake of sales: dall’occhio centrale che tutto
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vede e tutti vedono, all’onnisciente invisibile vigilanza digitale . In tal senso, è
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stato affermato che la sorveglianza planetaria rappresenterebbe oggi “una delle
maggiori angosce dell’uomo moderno” . Ogni azione, ogni movimento, ogni
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scelta - lasciando numerose tracce sugli inaccessibili database dispersi per il
mondo - consentirebbe a chi ne possiede le chiavi “di ricostruire analiticamente
le vite degli altri (…)” .
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Evoluzione imprevista dei sistemi di intelligence del mondo bipolare, il bino-
mio social network-internet of things avrebbe quindi reso possibile un’inedita capaci-
tà di intrusione nella vita dei fruitori di tali servizi, un’intromissione talmente
pervasiva e costante da sollevare l’esigenza, ormai improcrastinabile, di ripensare
le garanzie legislative a tutela degli stessi: “l’era della privacy, insomma, è finita” .
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Ma cosa si intende, al di là di anglicismi e neolingue improvvisate, per “pri-
vacy” ? “Vita personale e privata, intimità, riservatezza, privatezza”.
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(12) M. AINIS, Il regno dell’uroboro. Benvenuti nell’era della solitudine di massa, cit.: “la nuova condizione
umana è così una solitudine di massa che ci lascia senza democrazia, dato che quest’ultima
si nutre del confronto tra punti di vista eterogenei”.
(13) Concetto elaborato dal celebre sociologo Z. BAUMAN (Liquid modernity, Cambridge, 2000).
(14) M. HEIDEGGER, Essere e tempo, trad. di Pietro CHIODI rivista da F. VOLPI, Longanesi, Milano,
2018, pag. 160. Con i concetti di “Si” (Man) e “deiezione” (Verfallenheit), Heidegger intende
soffermarsi sulla particolare condizione dell’uomo (Esserci - Dasein) che, quale ente “getta-
to” nel mondo, si relaziona ad esso originariamente nella dimensione della chiacchiera, del
sentito dire, del “Si” pubblicistico e impersonale, uniformandosi all’opinione comune.
Un’esistenza “inautentica” (uneigentlich), dunque, dove l’Esserci (l’uomo) non si aprirebbe al
mondo nella sua possibilità più propria (che il filosofo indicava con l’espressione ”essere-per-
la-morte”), abbandonandosi a una quotidianità inconsapevole e irriflessa.
(15) Z. BAUMAN, D. LYON, Sesto potere: la sorveglianza nella modernità liquida, ed. digitale, Laterza, 2015.
(16) Come fa notare M. AINIS, Il regno dell’uroboro. Benvenuti nell’era della solitudine di massa, cit.: venia-
mo “frugati dentro e fuori, senza sapere chi ci osserva, senza incrociarne mai lo sguardo”.
(17) S. LORUSSO, L’arte di ascoltare e l’investigazione penale tra esigenze di giustizia e tutela della privatezza,
cit., pag. 1, che a sua volta cita M. FILONI, Fenomenologia dello spione. Postfazione all’edizione ita-
liana, in P. SZENDY, Intercettare, ed. it., Milano, 2008, pag. 179.
(18) Ibidem, pag. 2.
(19) Ibidem, pag. 2.
(20) M. FRANZONI, Privacy, in ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE SOCIALI, I Supplemento (2001),
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