Page 60 - Rassegna 2019-4
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DOTTRINA



                  In una modernità senz’altra identità se non quella di non possederne alcu-
             na, in un secolo disfatto e scivoloso, nell’epoca della “solitudine di massa” ,
                                                                                      (12)
             abitante della “società liquida”  l’animale sociale ha perso i propri riferimenti,
                                          (13)
             trasformandosi in un animale social. Così, l’uomo-senza-privacy si illude di essere
             libero: smarrito nella pubblicità del “Si”, vive nell’inautenticità, inconsapevol-
             mente gettato nell’universo della deiezione - Verfallenheit. “Ognuno è gli altri,
             nessuno è sé stesso” .
                                (14)
                  Allo stesso modo, anche la gestione di questi dati - piegata a strumento di
             marketing - si sarebbe fatta “liquida”, realizzando una vera e propria rete di
             controllo “post-panottica” , for the sake of  sales: dall’occhio centrale che tutto
                                      (15)
             vede e tutti vedono, all’onnisciente invisibile vigilanza digitale . In tal senso, è
                                                                        (16)
             stato affermato che la sorveglianza planetaria rappresenterebbe oggi “una delle
             maggiori angosce dell’uomo moderno” . Ogni azione, ogni movimento, ogni
                                                   (17)
             scelta  -  lasciando  numerose  tracce  sugli  inaccessibili  database  dispersi  per  il
             mondo - consentirebbe a chi ne possiede le chiavi “di ricostruire analiticamente
             le vite degli altri (…)” .
                                  (18)
                  Evoluzione imprevista dei sistemi di intelligence del mondo bipolare, il bino-
             mio social network-internet of  things avrebbe quindi reso possibile un’inedita capaci-
             tà di intrusione nella vita dei fruitori di tali servizi, un’intromissione talmente
             pervasiva e costante da sollevare l’esigenza, ormai improcrastinabile, di ripensare
             le garanzie legislative a tutela degli stessi: “l’era della privacy, insomma, è finita” .
                                                                                      (19)
                  Ma cosa si intende, al di là di anglicismi e neolingue improvvisate, per “pri-
             vacy” ?  “Vita  personale  e  privata,  intimità,  riservatezza,  privatezza”.
                 (20)
             (12)  M. AINIS, Il regno dell’uroboro. Benvenuti nell’era della solitudine di massa, cit.: “la nuova condizione
                  umana è così una solitudine di massa che ci lascia senza democrazia, dato che quest’ultima
                  si nutre del confronto tra punti di vista eterogenei”.
             (13)  Concetto elaborato dal celebre sociologo Z. BAUMAN (Liquid modernity, Cambridge, 2000).
             (14)  M. HEIDEGGER, Essere e tempo, trad. di Pietro CHIODI rivista da F. VOLPI, Longanesi, Milano,
                  2018, pag. 160. Con i concetti di “Si” (Man) e “deiezione” (Verfallenheit), Heidegger intende
                  soffermarsi sulla particolare condizione dell’uomo (Esserci - Dasein) che, quale ente “getta-
                  to” nel mondo, si relaziona ad esso originariamente nella dimensione della chiacchiera, del
                  sentito  dire,  del  “Si”  pubblicistico  e  impersonale,  uniformandosi  all’opinione  comune.
                  Un’esistenza “inautentica” (uneigentlich), dunque, dove l’Esserci (l’uomo) non si aprirebbe al
                  mondo nella sua possibilità più propria (che il filosofo indicava con l’espressione ”essere-per-
                  la-morte”), abbandonandosi a una quotidianità inconsapevole e irriflessa.
             (15)  Z. BAUMAN, D. LYON, Sesto potere: la sorveglianza nella modernità liquida, ed. digitale, Laterza, 2015.
             (16)  Come fa notare M. AINIS, Il regno dell’uroboro. Benvenuti nell’era della solitudine di massa, cit.: venia-
                  mo “frugati dentro e fuori, senza sapere chi ci osserva, senza incrociarne mai lo sguardo”.
             (17)  S. LORUSSO, L’arte di ascoltare e l’investigazione penale tra esigenze di giustizia e tutela della privatezza,
                  cit., pag. 1, che a sua volta cita M. FILONI, Fenomenologia dello spione. Postfazione all’edizione ita-
                  liana, in P. SZENDY, Intercettare, ed. it., Milano, 2008, pag. 179.
             (18)  Ibidem, pag. 2.
             (19)  Ibidem, pag. 2.
             (20)  M. FRANZONI, Privacy, in ENCICLOPEDIA  DELLE SCIENZE SOCIALI, I Supplemento (2001),

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