Page 194 - Rassegna 2019-4
P. 194
TRIBUNA DI STORIA MILITARE
Nonostante l’impegno delle truppe interalleate, dunque, il barometro
segnava tempesta. Già ai primi di maggio del 1920 il generale Le Rond era stato
informato del rischio di una seconda insurrezione polacca. La POW GSL, infat-
ti, si stava riorganizzando in una efficace forza paramilitare: all’inizio dell’estate
Zgrzebniok poteva contare su di un’organizzazione articolata in nove distretti
militari e dotata di ben ottomila miliziani bene armati.
La scintilla che dette fuoco alle polveri si è persa nel susseguirsi di scontri
che insanguinarono la Slesia nell’agosto del 1920: le dimostrazioni di giubilo dei
tedeschi alla notizia, rivelatosi poi falsa, della caduta di Varsavia di fronte
all’avanzata sovietica, avevano sicuramente esacerbato gli animi dei polacchi.
Ma è probabile che in realtà si intendesse con un colpo di mano anticipare una,
invero improbabile, iniziativa militare tedesca .
(16)
L’insurrezione ebbe un notevole successo sia sul piano militare, sia su quel-
lo politico: i nazionalisti riuscirono a prendere il controllo dei distretti orientali,
mentre gravi disordini infiammavano numerose località dell’Alta Slesia. La mobi-
litazione polacca fu impressionante per rapidità ed efficacia: oltre cinquantamila
armati assunsero il controllo delle aree industriali dei distretti orientali, occupan-
do gli edifici pubblici e catturando i membri tedeschi delle burocrazie locali che,
in alcuni casi, furono poi portati come ostaggi in Polonia e in altri, invece ucci-
si . La Sicherheitspolizei, ormai quasi disarmata, non fu in grado di reagire, men-
(17)
tre le forze francesi assunsero un atteggiamento di benevola neutralità. I militari
italiani mantennero una condotta di maggiore rigore che non mancò di alimen-
tare localmente qualche tensione: in ogni caso, sia per l’esiguità del contingente,
sia perché i territori assegnati furono solo limitatamente interessati dalla insurre-
zione, il loro contributo fu tutt’altro che incisivo . Tanto più che il generale Le
(18)
Rond, piuttosto che rischiare il coinvolgimento diretto, aveva preferito lasciare
dare libero sfogo alle violenze, per poi attivare una soluzione diplomatica.
Alla metà di settembre si era dunque tornati al tavolo delle trattative. Per
altro, anticipando le istanze polacche, era già stato ordinato lo scioglimento
della detestata Sicherheitspolizei.
(16) In realtà il progetto, più modestamente, riguardava l’impiego di Freikorps appositamente reclutati per
operare in Alta Slesia. Cfr. T. Hunt TOOLEY, National Identity and Weimar Germany, cit., pp. 184-187.
(17) Ivi, pp. 188-99.
(18) Solo nel distretto di Cosel (Koźle) la componente polaccofona era maggioritaria: nel caso del
distretto di Ratibor (Racibórz) la proporzione tra le due etnie - almeno fino al momento
dell’amputazione della parte meridionale a favore della Repubblica Ceca - era equilibrata,
mentre in quello di Leobschütz (Głubczyce) i tedeschi rappresentavano la quasi totalità della
popolazione: cfr. i dati demografici riportati in T. Hunt TOOLEY, German Political Violence and
the Border Plebiscite in Upper Silesia, 1919-1921, in CENTRAL EUROPEAN HISTORY, a. 21. n. 1.
(Mar. 1988), pp. 56-98 e in particolare p. 89.
192