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AUTODETERMINAZIONE, SECESSIONE E ORDINE INTERNAZIONALE



                     D’altra  parte,  un  fattore  di  forte  criticità  era  costituito  dall’atteggiamento
               francese:  il  volitivo  generale  Henri  Le  Rond,  al  vertice  della  Commissione
               Interalleata, infatti, faceva ben poco per nascondere la sua ostilità verso i tedeschi .
                                                                                          (7)
                     L’imperativo, comunque, restava quello di stabilizzare la provincia per con-
               sentire il regolare espletamento delle operazioni elettorali: se ai sensi del trattato
               l’esercito tedesco, insieme alle unità paramilitari, era stato costretto ad abbando-
               nare l’Alta Slesia, restava comunque in piedi la Sicherheitspolizei . Si trattava di una
                                                                         (8)
               forza  di  polizia  che,  destinata  al  mantenimento  dell’ordine  pubblico  e  dotata
               anche di armi pesanti, era riuscita a sfuggire alle maglie del trattato . Il fatto che
                                                                              (9)
               i suoi ranghi fossero formati quasi esclusivamente da tedeschi non poteva che
               rappresentare  un  fattore  di  criticità:  già  il  4  marzo  1920  la  Commissione
               Interalleata ordinava che i 3.465 membri della Sicherheitspolizei consegnassero il
               loro armamento, potendo conservare solo la dotazione individuale . Allo stesso
                                                                              (10)
               tempo, il colonnello Theodor-Gaston Caput, alla guida del Dipartimento Militare
               della Commissione Interalleata assunse il comando della Sicherheitspolizei .
                                                                                   (11)
               (7)   Cfr.  per  tutti  Andreas  KIESEWETTER,  La  diplomazia  italiana  e  l’Alta  Slesia  (1920-1921),  in
                     Antonio SCOTTÀ (a cura di), La Conferenza di pace di Parigi fra ieri e domani (1919-1920): atti del
                     Convegno Internazionale di studi, Portogruaro-Bibione, 31 maggio - 4 giugno 2000, Soveria
                     Mannelli,  2003,  pp.  344-345,  ove  bib.  Figura  senza  dubbio  singolare  quella  di  Le  Rond.
                     Proveniente dall’artiglieria, era uno degli ufficiali più brillanti della sue generazione: autore di
                     svariati testi dedicati all’impego della artiglierie, dopo aver combattuto in Marocco - dove si
                     era guadagnato la Legion d’Onore - era stato addetto militare presso a Tokyo per poi transi-
                     tare nel Deuxième Bureau, l’intelligence dell’esercito francese. Infine, ferito da uno shrapnel nel
                     1915, era divenuto uno dei protegè del Maresciallo Foch - anch’esso un artigliere - che in
                     qualità di général en chef  des armées alliées en France lo aveva voluto nel proprio stato maggiore.
                     Le  Rond  aveva  quindi  partecipato  alla  Conferenza  di  Parigi  come  membro  della
                     Commissione  per  gli  Affari  Polacchi,  su  cui,  per  una  visuale  complessiva,  cfr.  Harold  I.
                     NELSON,  Land  and  Power:  British  and  Allied  Policy  on  Germany’s  Frontiers  1916-19,  London,
                     Routledge, 2019. Il fatto che la Polonia avesse poi onorato Le Rond con l’Ordine dell’Aquila
                     Bianca, ordinariamente riservata ai capi di Stato, quanto meno segnala il forte apprezzamen-
                     to per la sua azione di governo.
               (8)   Cfr. Konrad GRACZYK, Police services in Upper Silesia during the Silesian Uprisings, in Zeszyty
                     Naukowe / Wyższa Szkoła Oficerska Wojsk Lądowych im. gen. T. KOŚCIUSZKI (Journal of
                     Science of the gen. Tadeusz Kosciuszko Military Academy of Land Forces), a. 47, n. 1
                     (2015), pp. 5-22.
               (9)   Gli appartenenti alla Sicherheitspolizei indossavano l’uniforme. Ogni agente era equipaggiato
                     con pistola, sciabola, fucile e cinque granate. A livello di compagnia erano poi previste cinque
                     mitragliatrici - di cui due pesanti - e tre fucili mitragliatori, ivi. p. 8.
               (10)  Complessivamente furono confiscati tre pezzi di artiglieria, centottanta mitragliatrici e ben
                     quattromila fucili. Cfr. T. Hunt TOOLEY, National Identity and Weimar Germany: Upper Silesia and
                     the Eastern Border, 1918-1922, Lincoln (Neb.), University of Nebraska Press, 1997 p. 184.
               (11)  Cfr. Konrad GRACZYK, Police services in Upper Silesia during the Silesian Uprisings, cit., p. 8. Caput
                     poteva vantare una eccellente esperienza nel campo della diplomazia militare: nel corso delle
                     ostilità, infatti, aveva preso parte alla missione militare francese presso l’esercito rumeno,
                     salvo assumere poi il comando del 161° reggimento di fanteria, cfr. Michael B. BARRETT,
                     Prelude to Blitzkrieg: The 1916 Austro-German Campaign in Romania, Bloomington (Ind.), Indiana
                     University Press, 2013, p. 182.

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