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IL FILO DELLA LUBJANKA. SPIONAGGIO ESTERO E LOTTA
ALLA DISSIDENZA INTERNA NEGLI ANNI DI JURIJ VLADIMIROVIC ANDROPOV
A questo riguardo è oppor-
tuno fare alcune precisazioni.
Nella Russia contemporanea è in
atto una rilettura del ruolo di
Andropov che in certe occasioni
raggiunge toni quasi apologetici.
Una sorta di reazione rispetto al
giudizio fortemente negativo
che si formò all’inizio degli anni
Novanta in seguito al crollo
dell’Unione Sovietica e all’aper-
tura degli archivi.
Non è compito del presen-
te lavoro formulare un giudizio
su Andropov, ma i dati emersi
permettono di valutare la porta-
ta storica e politica della sua
figura e delle iniziative da lui
intraprese nei diversi ruoli e aiu-
tano ad orientarsi fra le valuta-
zioni distruttive degli anni
Novanta e quelle apologetiche
contemporanee. Jurij Vladimirovič Andropov 1914 - 1984
Indubbiamente Andropov (https://it.rbth.com)
ha pianificato e realizzato una diffusa repressione di quanti, nei campi più
disparati, potessero rappresentare, anche solo potenzialmente, una minaccia per
lo Stato sovietico. A tale scopo le strutture di sicurezza hanno fatto ricorso
all’armamentario classico di queste attività: sorveglianza, intimidazione, esilio,
arresto, reclusione in campi di lavoro e, più raramente, pena capitale. È questa,
invero, una responsabilità che sarebbe improprio attribuire al solo Andropov,
ma che coinvolge l’intero gruppo dirigente sovietico.
In secondo luogo, bisogna tener presente lo sforzo, coronato da successo,
che egli pose in essere per potenziare il KGB, dalla cui attività non rimase
immune praticamente nessuna istituzione del paese. Dagli aeroporti alle mag-
giori stazioni ferroviarie, dalle fabbriche agli ospedali, dalle università ai kolchozy,
il Comitato per la sicurezza dello Stato nel corso degli anni Settanta si diffuse
capillarmente e questo ingenerò in moltissimi cittadini sovietici l’idea che qual-
siasi conversazione, avvenimento o fatto in URSS fosse osservato, ascoltato o,
talvolta, manovrato dalla Lubjanka.
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