Page 117 - Rassegna 2019-4
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IL FILO DELLA LUBJANKA. SPIONAGGIO ESTERO E LOTTA
                  ALLA DISSIDENZA INTERNA NEGLI ANNI DI JURIJ VLADIMIROVIC ANDROPOV



                     - per  altro  verso,  però,
               assolutamente  fermo  nel
               difendere il primato del PCUS
               e della imprescindibile dimen-
               sione  ideologica  a  cui  conti-
               nuava  a  ispirarsi  lo  Stato
               sovietico. Il risultato fu che le
               varie forme di dissenso conti-
               nuavano a non essere tollera-
               te,  ma  le  repressioni  sangui-
               nose del passato non doveva-
               no  essere  in  alcun  modo
               riproposte. Anzi, la coercizio-
               ne  fisica  in  sé  doveva  essere
               considerata  extrema  ratio,  cui
               fare ricorso solo allorquando
               tutte  le  misure  preventive  si   Emblema del Servizio di intelligence internazionale
               fossero rivelate inefficaci. Era     Služba Vnešnej Razvedki (SVR) 1991 - oggi
               la teoria della cosiddetta profi-                (Fonte: Wikipedia)
               laktika, l’attività di profilassi che avrebbe dovuto precedere ed evitare la repres-
               sione e l’attenzione mediatica che inevitabilmente l’avrebbe accompagnata.
                     Il problema fu sollevato da Andropov subito dopo l’inizio del suo manda-
               to. Il 3 luglio 1967 indirizzò al CC una memoria in cui registrava con appren-
               sione una recrudescenza delle forze reazionarie, che lavoravano alacremente per
               costituire gruppi antisovietici clandestini, facendo leva su sentimenti nazionali-
               stici e fanatismo religioso. Proseguiva notando come l’influenza di queste forze
               estranee alla società sovietica era maggiore in particolare fra i giovani e l’intelli-
               ghencija, due categorie tradizionalmente giudicate “politicamente meno mature”,
               influenza che avrebbe favorito la nascita di tendenze antisociali e nichilistiche
               che potevano indurre a commettere atti ideologicamente pericolosi. Per contra-
               stare questa minaccia, Jurij Vladimirovič propose l’istituzione di una struttura,
               sia a livello centrale sia presso le articolazioni locali del KGB, per organizzare
               un’attività di controspionaggio e prevenzione verso atti di diversione commessi
               in territorio sovietico. Il Politbjuro approvò subito l’idea e già il 17 luglio fu
               votata la delibera P47/97 con cui venne costituito il Quinto Direttorato.

                     registi, scrittori, artisti poterono svolgere il loro lavoro o, quantomeno, evitare le pene cui i
                     censori del PCUS li avrebbero volentieri condannati. Secondo Andrej Serafimovič Gračëv,
                     ultimo addetto stampa di Gorbačëv, in questo suo atteggiamento Andropov era aiutato dal
                     fatto che la sua carica gli permetteva una libertà di azione assai maggiore rispetto ai funzio-
                     nari del CC. Cfr. A.S. GRAČËV, Kremlëvskaja Chronika, Eksmo, Moskva, 1994, pagg. 43-44.

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