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DOTTRINA



                  Sarebbe dunque opportuno che nel percorso formativo di ufficiali e sot-
             tufficiali dell’Arma presso le proprie prestigiose Scuole, come per tutti i pubbli-
             ci dipendenti presso la SNA (Scuola Nazionale dell’Amministrazione) , venisse
                                                                               (2)
             introdotta una giornata dedicata all’uso consapevole dei social media, in quanto
             le nuove generazioni, nate telematiche, sovente ritengono che il dialogare tra-
             mite strumenti social sia una ordinaria e fisiologica attività comunicativa equipol-
             lente al parlare “a quattrocchi”, dimenticando i pericoli e le insidie di esterna-
             zioni che lasciano segni indelebili e durevoli nel tempo e nello spazio virtuale.
                  Per un compiuto ragionamento sul tema, giova premettere che tra i più
             rilevanti riflessi dell’epoca telematica che stiamo vivendo va annoverata la asso-
             luta e generalizzata libertà di pensiero, manifestabile attraverso social media che
             si affiancano, e quasi assorbono, i tradizionali strumenti di comunicazione car-
             tacei, radiofonici e televisivi, aperti parimenti a tutti dopo il proliferare di radio
             e tv “libere”.
                  Con il termine social media si indicano tecnologie e pratiche in rete che le
             persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, audio e video;
             con essi cambia radicalmente il modello di comunicazione tipico dei media tra-
             dizionali (radio, stampa, televisione): il messaggio non è più del tipo “da uno a
             molti”, ma le fonti “emittenti” diventano aperte a tutti e interagiscono in tempo
             reale tra di loro. Con i social media cambia dunque il modello lavorativo e comu-
             nicativo, che potrebbe portare ad una asserita democratizzazione dell’informa-
             zione, trasformando le persone da “mere” fruitrici di contenuti, ad editori esse
             stesse.
                  Come è stato molto efficacemente rimarcato , “la normalità, direi anzi la
                                                             (3)
             familiarità, con cui queste forme di comunicazione e di socializzazione entrano
             nel quotidiano, spesso fanno tuttavia il paio con un loro uso scriteriato o inop-
             portuno o, quantomeno, privo di buon senso e razionalità. Alcuni fattori ricor-
             renti nelle dinamiche di utilizzo e approccio dei social concorrono a tale corto-
             circuito mentale:
                  -  la ricerca dell’approvazione sociale (virtuale) a qualunque costo, del pia-
             cere e riscuotere consensi, con relativa perdita del senso critico e della dimen-
             sione reale dell’esistenza;
                  -  altrettanti effetti sono dati dall’assoluta eterogeneità dei contenuti e delle
             opinioni: si può credere di poter dire di tutto e discettare di tutto, rapportarsi

             (2)  Va segnalato che la SNA da diversi anni, su impulso dello scrivente, organizza numerosi corsi
                  su Etica e disciplina, vagliando anche diverse casistiche di procedimenti disciplinari nati per uso
                  non accorto di strumenti telematici. Cfr. http://paf.sna.gov.it/scheda_corso.html?cid=1834.
             (3)  A. ASNAGHI, Il licenziamento ai tempi di Facebook: rilevanza disciplinare dell’uso dei social network, in
                  www.eclavoro.it, 26 settembre 2018.

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