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USO CONSAPEVOLE DEI SOCIAL MEDIA
SOMMARIO: 1. I social media nell’attuale società: considerazioni preliminari. - 2. I limiti alla
libertà di pensiero nella Costituzione. - 3. Libertà di pensiero ed esternazioni
disciplinarmente rilevanti di dipendenti pubblici privatizzati. - 4 Libertà di
pensiero ed esternazioni disciplinarmente rilevanti di dipendenti pubblici non
privatizzati (militari e Forze di Polizia). Casistica vagliata dagli organi discipli-
nari e dalla Magistratura. - 5. Le esternazioni telematiche dei magistrati e i
risvolti disciplinari. - 6. Libertà di pensiero ed esternazioni disciplinarmente
rilevanti di dipendenti privati. - 7. Conclusioni e riflessi giuridici ulteriori delle
“frequentazioni” telematiche.
1. I social media nell’attuale società: considerazioni preliminari
Recenti dolorose vicende di cronaca che hanno riguardato l’Arma, colpita
dalla tragica scomparsa del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega nell’esercizio
delle proprie funzioni di repressione della criminalità, hanno riproposto, seppur
in via assolutamente secondaria e quasi incidentale, l’ormai diffuso problema
dell’uso non sempre consapevole degli strumenti social, quale è una chat Whatsapp
nella quale è stata diffusa l’immagine del giovane accusato di omicidio (in con-
corso) del militare, Christian Gabriel Natale Hjort, bendato e ammanettato.
A prescindere dalla eventuale valenza penale o disciplinare dei fatti foto-
grafati e della stessa emotiva realizzazione e divulgazione telematica di una
immagine alquanto “atipica”, l’episodio, pur nella sua marginalità nella ben più
grave vicenda della morte di un giovane militare, merita di essere ricordato
anche per l’utilizzo, sicuramente inopportuno, del mezzo fotografico e poi tele-
matico (fusi nelle ormai unitarie funzioni di un ordinario smartphone) e, dunque,
per una riflessione pacata e oggettiva, sulle forzature che sovente si riscontrano
nell’uso dei tanti strumenti mediatici presenti e che si prestano ad usi distorti,
infelici o, talvolta, illegali, nell’invio di messaggi, audio messaggi, videomessaggi
o, per l’appunto, di mere fotografie non ordinarie.
Scopo di questo studio, in sintonia con sagge iniziative formative sul
tema promosse dai vertici delle Forze Armate e di Polizia , è quello di offrire
(1)
spunti di riflessione sull’uso consapevole di tali strumenti social, per preveni-
re azioni infelici che obbligano i vertici delle Forze Armate e di Polizia, oltre
che la Magistratura penale (nei casi più gravi), a doverosi interventi sanzio-
natori, che rendono ancor più sofferte talune vicende istituzionali, già di per
sé dolorose.
(1) Il riferimento è alla presentazione, il 15 giugno 2017, presso la Scuola di Perfezionamento delle
Forze di Polizia, alla presenza dei vertici delle Forze Armate e della Polizia di Stato, del progetto dal
titolo “L’uso consapevole dei social network” da parte degli appartenenti alle Forze di Polizia e alle Forze
Armate, in cui è stato proiettato il video “Siamo quello che postiamo”, contenente, accanto a video rela-
tivi ad eventi realmente verificatisi, anche le simulazioni di pubblicazioni e interventi ritenuti inop-
portuni sui social network in cui gli appartenenti ai delicati Corpi dello Stato possono incorrere.
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