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DOTTRINA
Uso consapevole dei
social media da parte degli
Consigliere
Vito TENORE appartenenti alle Forze
Consigliere della Corte dei Conti
Armate e di Polizia
Abstract
A manifestare il proprio pensiero non sono oggi solo giornalisti, scrittori, politici,
conduttori televisivi, ma ormai qualsiasi cittadino che utilizzi strumenti social attraverso un
personal computer o un semplice smartphone. L’articolo analizza dunque il tema del rapporto
tra libertà di pensiero ed esternazioni attraverso i social media, tema diventato rilevante per
tutti i cittadini, ma soprattutto per lavoratori privati e pubblici, ivi compresi appartenenti
alle Forze Armate e di Polizia sempre più spesso protagonisti, soprattutto in contesti pri-
vati, di commenti infelici o di videomessaggi in via telematica. L’uso improprio di mail,
Twitter, Instagram, Facebook, Whatsapp nell’inviare messaggi, foto, filmati, videomessaggi, può
originare illeciti penali, civili e disciplinari, non essendo la libertà di pensiero incondiziona-
ta, incontrando limiti nell’onore e reputazione altrui, nel rispetto delle Istituzioni e del
datore di lavoro, nei segreti di varia natura, nel buon costume. L’articolo affronta il proble-
ma dell’uso illecito o inopportuno dei social media alla luce dei pronunciamenti degli organi
disciplinari e, soprattutto, della giurisprudenza intervenuta nel lavoro pubblico, in quello
privato, nell’Ordine dei giornalisti e per alcune categorie professionali particolarmente
esponenziali della legalità e dell’etica comportamentale: militari, poliziotti, magistrati.
Lo studio ricostruisce la libertà di pensiero nel sistema costituzionale e i suoi limiti
fissati da una vasta giurisprudenza civile, penale, amministrativa e lavoristica, oltre che da
norme settoriali, codici etici, regolamenti e circolari. Vengono analizzate poi tutte le varie
casistiche riguardanti l’uso improprio degli strumenti social da parte di appartenenti a Forze
Armate e di Polizia, auspicando una attenta attività formativa, nelle rispettive Scuole, tesa
a rendere consapevoli gli uomini e le donne in divisa della pericolosità dello strumento
telematico e a pungolare, anche in contesti privati, una compostezza nei modi e nei con-
tenuti non solo nella vita reale, ma anche in quella virtuale del mondo social. L’alternativa,
per molti auspicabile, è il sano tacere.
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