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ECO AMBIENTE



                  L’affare per molti - in questi anni - è stato quello di vendere alla Cina gli
             “scarti  di  processo”,  laddove  in  Italia  si  sarebbe  dovuto,  invece,  pagare  per
             avviarli a corretto smaltimento. Il Paese asiatico ha così visto i suoi distretti del
             riciclo riempirsi di rifiuti costituiti prevalentemente da plastica di pessima qua-
             lità, spesso mescolata a rifiuti sporchi e pericolosi.
                  Dal  gennaio  2018  è  scattato  il  divieto  della  nuova  normativa  cinese  di
             importazione  di  ventiquattro  tipologie  di  rifiuti  che  presentano  un  grado  di
             impurità superiore al limite dello 0,5%. Nello specifico, il blocco ha riguardato:
             le plastiche post-consumo, il PET delle bottiglie, i sacchetti, il PVC delle botti-
             glie di shampoo e detersivi o, per gli imballaggi alimentari, il PS delle posate usa
             e getta, ma anche la carta da macero non selezionata. L’effetto immediato delle
             scelte della Cina è stato quello, per gli operatori del settore, di vedersi riempire
             i depositi di rifiuti che, attualmente, è oneroso svuotare.


             5. Le infiltrazioni della criminalità organizzata
                  Nel settore dell’economia gestionale dei rifiuti, l’esempio dei rifiuti di pla-
             stica è emblematico.
                  La plastica riciclabile di buona qualità può avere anche un alto valore eco-
             nomico di mercato e chi la prende paga. Ma se tale plastica resta invenduta o è
             di scarsa qualità, a causa di una pessima raccolta differenziata, diventa necessa-
             rio pagare qualcuno affinché se ne occupi per smaltirla.
                  Laddove, prima, il guadagno era certo (sia sulla vendita dei rifiuti riciclabili
             di buona qualità sia sulla vendita all’estero delle balle di rifiuti di pessima quali-
             tà) ora è diventato un costo mandare a smaltimento una parte dei rifiuti detenuti
             in deposito negli impianti di trattamento. È in questo scenario che oggi la cri-
             minalità organizzata si sta muovendo. Nell’ambiente stanno comparendo per-
             sonaggi senza scrupoli, che a prezzi “convenienti” svuotano i depositi ormai
             ricolmi di rifiuti, per poi riempire di tali scarti i molti capannoni presenti sul
             nostro territorio e, all’occorrenza, incendiarli per occultare l’illecito.
                  Nel  febbraio  2018,  il  quotidiano  on  line  Fanpage,  ha  pubblicato  una
             video-inchiesta di sette puntate sul traffico illecito di rifiuti, denominata “Bloody
             Money: rifiuti, affari e politica” , che ha dato il via a varie indagini di alcune
                                          (8)
             Procure della Repubblica .
                                     (9)

             (8)  Inchiesta realizzata dal giornalista Sacha Biazzo. Il video è visionabile al link: https://www.fan-
                  page.it/story/inchiesta-ciclo-rifiuti/.
             (9)  A seguito della pubblicazione dell’inchiesta giornalistica la Procura di Napoli ha avviato un
                  procedimento giudiziario che vede coinvolti gli ex vertici dell’azienda SMA Campania. La
                  Procura di Treviso - a sua volta - ha aperto un’inchiesta sul fallimento e la successiva asta del
                  Centro Riciclo di Vedelago.

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