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IL FENOMENO DEGLI INCENDI NEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI



                     Un eccesso di produzione scadente, dunque, riempie i centri di smista-
               mento che al momento è difficile e oneroso svuotare.
                     Ed è in questi casi che può sorgere la tentazione di disfarsi illegalmente
               con il fuoco dei rifiuti ammassati nei capannoni o nei piazzali aziendali, per fare
               spazio e risparmiare sui costi di smaltimento che in Italia sono divenuti esorbi-
               tanti . Nella gestione dei rifiuti non si è mai prestata la giusta attenzione agli
                    (4)
               “scarti di processo”, i quali non sono riciclati ma smaltiti in discariche o ince-
               neritori.
                     Gli scarti di processo hanno origine da due fasi :
                                                                   (5)
                     -  raccolta: laddove a causa della cattiva qualità delle raccolte differenziate,
               determinati quantitativi di rifiuti non possono essere conferiti agli impianti di
               selezione e riciclo;
                     -  cernita, selezione e vagliatura: questa è più importante sotto il profilo degli
               scarti, perché è proprio in questa fase cosiddetta “industriale” che si generano
               i maggiori quantitativi.
                     Sotto un profilo anche investigativo è importante indagare sul destino di
               tali rifiuti, partendo da maggiori controlli presso i Centri Comprensoriali (CC)
               e i Centri di Selezione e Stoccaggio (CSS)  per ricostruire i flussi delle filiere
                                                         (6)
               coinvolte.


               4. Le conseguenze dello stop alle importazioni dei rifiuti in Cina
                     Il totale dei rifiuti speciali esportata dall’Italia nel 2016 è stata pari a 3,1
               milioni di tonnellate, di cui il 67,4% (2,1 milioni di tonnellate) costituito da rifiu-
               ti non pericolosi e il restante 32,6% (1 milione di tonnellate) da materiali peri-
               colosi.
                     Fino al 2017 la Cina ha rappresentato il maggior importatore di rifiuti
               dagli Stati dell’Unione Europea (da sola valeva il cinquanta per cento dell’inter-
               scambio di rifiuti di plastica e carta). Nel 2016 la Cina ne ha importati dall’Italia
               un quantitativo pari a 260 mila tonnellate di non pericolosi, costituiti prevalen-
               temente da prodotti plastici derivanti dal loro trattamento meccanico (codice
               EER 19 12 04) e rifiuti di carta e cartone provenienti dal medesimo trattamento
               (codice EER 19 12 01) .
                                      (7)

               (4)   Per  un  approfondimento  si  consiglia  la  visione  della  trasmissione  Presa  Diretta,  puntata
                     andata in onda su Rai 3, il 2 marzo 2019, Nord terra dei fuochi, e visibile su RaiPlay.
               (5)   Si veda al riguardo D. BIANCHI, Economia circolare in Italia, EDIZIONI AMBIENTE, pagg. 77 ss.
               (6)   Per un approfondimento sul sistema del riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica si rinvia a
                     V. VATTANI, Il ciclo del recupero/riciclo degli imballaggi in plastica: dalla raccolta all’impianto finale, pub-
                     blicato su www.dirittoambiente.net il 12 novembre 2018.
               (7)   Dati ISPRA contenuti nel Rapporto Rifiuti Speciali - Edizione 2018.

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