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LE SOFT SKILLS QUALI DETERMINANTI DEI COMPORTAMENTI TRA NORMA E RELAZIONE
2. Norma e relazione
Ogni organizzazione deve confrontarsi con un determinato contesto ester-
no, le cui variabili tecnologiche, economiche, sociali e politiche incidono sulla cul-
tura organizzativa e sulla definizione degli obiettivi, quindi la sopravvivenza e lo
sviluppo dipendono in massima parte dalla reciproca interazione con l’ambiente
esterno. Per gestire tale relazione ogni organizzazione definisce la propria strut-
tura caratterizzandola da certi gradi di complessità, formalizzazione e centralizza-
zione del potere. Vitale è dunque adottare comportamenti che preservino il mute-
vole equilibrio con l’ambiente esterno e che siano funzionalmente diretti al per-
seguimento dei propri fini specifici. A tal fine vengono stabilite regole, funzionali
al controllo di atteggiamenti e comportamenti, in modo da “aumentare la proba-
bilità che il risultato dell’azione organizzativa corrisponda a quello desiderato” .
(4)
È fuori da ogni dubbio che un’organizzazione possa sopravvivere anche con
un minimo di regole, tuttavia è pur vero che alcune di esse, per la valenza istituzio-
nale del loro esistere e per la delicata missione perseguita, sono soggette a un corpo
di norme di diversa finalità e origine, più ampio rispetto ad altre. Il riferimento è
appunto a quelle organizzazioni i cui fini specifici sono di natura istituzionale e
dove ogni azione comporta ricadute ed effetti sulla collettività; esempi di questo
tipo sono gli apparati statali come l’Arma dei Carabinieri, i cui membri non sono
solo soggetti a norme di natura civile e penale ma anche a norme disciplinari e tra-
dizioni interne, in cui l’elemento valoriale è sempre presente nell’azione dei com-
ponenti. Una norma o una procedura, però, non è sufficiente a prescrivere intera-
mente un comportamento atteso, esistono spazi di discrezionalità soggettivi che
risultano maggiori “quando si deve far fronte a contingenze non prevedibili” .
(5)
L’imprevedibilità rappresenta un fattore quotidiano per la maggior parte
dei carabinieri; essere pronti è l’unica soluzione per prendere le decisioni oppor-
tune al momento giusto. Come dire che al di là della preparazione tecnica/spe-
cifica (conoscenze giuridiche, logiche-operative, ecc.) la situazionalità degli
eventi, richiede una capacità interpretativa del ruolo che chiama in causa le
componenti soggettive dell’operatore chiamato ad intervenire “hic et nunc”.
Un corpo di regole senza uno schema etico che lo sostenga risulta inef-
ficace. Il singolo Carabiniere in base ai propri tratti e alle proprie variabili
(6)
(4) Si veda S. PANEFORTE, Pubblica Amministrazione: profili giuridico-amministrativi e organizzativo-
gestionali, Scuola di perfezionamento Forze di Polizia, XXXII Corso di Alta Formazione.
(5) Idem.
(6) I tratti sono caratteristiche fisiche e una generale disposizione a comportarsi o a reagire in
un determinato modo ad una situazione o informazione (es. il tempo di reazione e l’acutezza
visiva sono tratti dei piloti da combattimento); si veda S. PANEFORTE, La gestione delle persone
nelle organizzazioni, cit.
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