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CRIPTOVALUTE E RISCHI PER LA SICUREZZA
Senza l’obbligo dell’identificazione certa si può consumare facilmente
ogni genere di illecito, soprattutto in campo finanziario .
(11)
L’assenza di intermediari finanziari e l’anonimato delle transazioni previsti
dal Protocollo di Nakamoto complicano questo tipo di indagine.
Le transazioni con le valute virtuali sono tracciabili, ma coloro che le effet-
tuano sono e restano anonimi, e sono sottratte al controllo delle banche centrali
e dei governi che si basano su un sistema “decentralizzato”.
Il monitoraggio sul collocamento, la stratificazione e l’integrazione del
denaro sporco è molto complicato per gli enti di controllo, considerato che la
rete Bitcoin permette a ogni utente di trasferire soldi a velocità quasi istantanea,
senza barriere all’ingresso, a bassissimo costo, nell’anonimato virtuale e in
assenza di tracciabilità.
Anche se al momento in cui i bitcoin vengono spostati da un indirizzo
all’altro, ogni transazione viene registrata presso la blockchain , il sistema è
(12)
stato ideato anche per poter creare un numero infinito di indirizzi bitcoin,
attraverso i quali, per l’appunto, “annebbiare” i trasferimenti e le identità col-
legate.
Non si deve dimenticare che, come ricordano le Autorità internazionali
nelle loro innumerevoli pronunce, i bitcoin (e le cripovalute):
- sono rappresentazioni digitali di valore;
- sono decentralizzate, cioè non emesse e garantite da banche cen-
trali;
- non sono collegate a una valuta legale e stabile;
- non possiedono lo status di moneta legale o valuta;
- sono trasferibili elettronicamente, archiviabili e trattabili .
(13)
(11) Riprendendo la relazione Uif sopra citata, a pag. 17, si legge che “(…) la rarefazione delle rela-
zioni personali, le ampie possibilità di preservare l’anonimato e la perdita di significato dei riferimenti geo-
grafici rendono questi mercati attrattivi per il riciclaggio”.
(12) Ritengo “strategica” ai fini della comprensione di quanto stiamo trattando la pubblicazione
Cryptocurrencies and blockchain, di R. HOUBEN, A. SNYERS, EU Parliament, TAX3 Committee, del
luglio 2018, reperibile sul sito internet dell’Autorità.
(13) Segnalo come “scandalosi” i concetti a tal riguardo contenuti in un rapporto (del febbraio
2018) di Standard & Poor’s, The future of banking: cryptocurrencies will need some rules to change the
game, ove tra l’altro si afferma - come efficacemente riassume M. BUSSI in un articolo su MF
(Milano Finanza) del 20 febbraio scorso - che in attesa di regolamentare il settore, si possono
far crollare i prezzi delle criptovalute, facendo rimettere “solo i piccoli risparmiatori”, ma nel
frattempo regolamentando il settore.
A ciò mi basta allegare riferimento a procedimento della nostra Autorità Antitrust contro
“Onecoin”, per pubblicità ingannevole e danni ai risparmiatori, di cui al provvedimento in
adunanza del 25 luglio 2017, riportato nel Bollettino n. 31, del 16 agosto 2017, alle pagg. 154-
177, che consiglio di leggere come leading case di “antigiuridicità potenziale” delle valute in
discorso.
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