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IL CONFLITTO ARABO-ISRAELIANO: ORIGINI, EVOLUZIONE, ATTUALITÀ
tire dagli anni cinquanta, una linea eccessivamente progressista sul piano socia-
le e autoritaria su quello politico.
l’Iran venne trasformato in una repubblica islamica, guidata dall’ayatol-
lah Khomeini, massima autorità sciita duodecimano. radicalmente anti-occi-
dentale e anti-americano, il nuovo regime entrò fin da subito in contrasto con
Washington, accusata di aver supportato lo scià.
furono proprio la crisi in Iran e poi l’intervento sovietico in afghanistan
a spingere il Presidente americano Jimmy carter a enunciare quella che passerà
alla storia come “dottrina carter”, ovvero l’indicazione del medio oriente
come territorio strategicamente prioritario per gli stati uniti che, da quel
momento, si sentirono legittimati a intervenire nell’area ogni qualvolta gli inte-
ressi americani venissero minacciati, come gli interventi contro l’Iraq di saddam
Hussein nel 1991 e nel 2003.
In quest’ottica la casa bianca ha sempre considerato Israele come un
alleato e una componente essenziale del proprio dispositivo strategico.
4. Libano 1982: la guerra diventa genocidio
la questione palestinese investì anche il vicino libano, stato pluriconfessio-
nale rimasto estraneo alle vicende belliche, ma sede dell’olP. Proprio la presenza
di diverse confessioni religiose favorì i contrasti e alimentò una cruenta guerra
civile con attentati e massacri a danno soprattutto della popolazione civile. nel
1982 l’esercito israeliano invase il Paese con l’operazione “Pace in galilea” e si
spinse fino alla capitale beirut con l’intento di eliminare definitivamente l’olP.
Intervenne allora una forza multinazionale di pace che consentì l’evacua-
zione del vertice palestinese (che si trasferì in tunisia) ma ciò non servì a ripor-
tare la calma. In questo clima di violenza e persecuzioni si ricorda il massacro
di sabra e shatila, nel quale molti Palestinesi furono uccisi dalle forze libanesi e
senza che l’esercito israeliano intervenisse. diversi giornalisti internazionali pre-
senti sul posto riferirono di migliaia di morti (il numero non è mai stato accer-
tato ma si pensò aggirarsi tra le settecentocinquanta e le tremilacinquecento vit-
time). l’onu condannò il massacro definendolo “un atto di genocidio” (riso-
luzione 37/123, sezione d).
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