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INDAGINI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E REATI TRANSNAZIONALI
                         LE VARIE FORME DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
































                  Se tale crescita può senz’altro ascriversi ad una sempre maggiore fiducia
             che le autorità giudiziarie nazionali manifestano verso l’organismo e i “servizi”
             che essa è in grado di offrire per le esigenze della cooperazione giudiziaria e del
             coordinamento, essa è d’altro canto espressione della sempre più netta tenden-
             za della criminalità, specie di quella organizzata, ad operare in modo transfron-
             taliero,  rendendo  necessario,  sul  piano  dell’azione  di  contrasto,  il  ricorso  a
             forme  strutturate  di  scambio  informativo  e  di  collaborazione  tra  le  autorità
             responsabili dei procedimenti investigativi.
                  Dai dati elaborati emerge che il sessantacinque per cento delle procedure
             gestite nel 2016 dall’organismo ha riguardato forme di criminalità in aree defi-
             nite prioritarie (priority crimes) secondo la classificazione operata dal Collegio di
             Eurojust con Decisione del 21 gennaio 2014, relativamente alle priorità opera-
             tive per il periodo 2014-2017. Esse sono state fissate tenendo in considerazione
             le indicazioni del Consiglio dell’UE nella seduta del 6 e 7 giugno 2013 e trasfuse
             nelle  nove  priorità  dell’European  Policy  Cicle.  Si  tratta  delle  frodi,  del  traffico
             internazionale  di  stupefacenti,  di  forme  di  criminalità  organizzata  aventi  ad
             oggetto il traffico di veicoli rubati e la proprietà privata (MOCG), il traffico di
             esseri umani, la corruzione, il terrorismo, il favoreggiamento della immigrazione

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