Page 209 - Rassegna 2017-3
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L’AFFAIRE WEIL. IL «TERZO UOMO» DELL’AFFAIRE DREYFUS


             Wachter (1825-19??), storico della guerra recente, proclamò la sua innocenza .
                                                                                      (42)
             incoraggiato anche da incaute supposizioni del nipote del maresciallo Ney , il
                                                                                    (43)
             giornalista del Gaulois ivan de Woestyne fece allora il nome di Jung, che lo que-
                                                  (44)
             relò per diffamazione. Woestyne fu condannato a sei mesi di reclusione, a mille
             franchi d’ammenda e 5.000 di risarcimento, ma il tiro si spostò allora sul generale
             senatore Cissey, per via di due lettere esibite durante il processo, da cui sembrava
             emergere un abuso di fondi riservati. Era l’occasione attesa dai repubblicani più
             accesi per regolare i conti con uno dei principali “massacratori della Comune”.
             Su  iniziativa  del  deputato  della  Loira  Victor-Henri  rochefort-Luçay  (1831-
             1913), Cissey fu sottoposto a inchiesta parlamentare e richiamato dal comando
             del corpo d’armata di Nantes, nonché ridicolizzato sia dall’Intransigeant, il nuovo
             giornale fondato da rochefort, che dal Petit Parisien, diretto da Charles-ange
             Laisant (1841-1920). Laisant lavorò sui pettegolezzi che attribuivano a Cissey un
             flirt con l’ex-moglie di Jung, madame Lucy Kaulla (1840-1891) , una bella ebrea
                                                                        (45)
             (42) - La Justice, 3 e 16 settembre 1880. Cit. in «maurice Weil», fr. wikipedia.
             (43) - Generale di cavalleria michel-aloys Ney (1835-1881), 3° duca d’Elchingen, che depose al
                  processo scagionando Jung e morì suicida pochi mesi dopo.
             (44) - alias Henri-Pierre marquis van de Woestyne de Craumez de Wardes, n. a Bruxelles 1834 ma
                  di origine slava e accesamente anti-tedesco. C. E. Curinier (dir.), Dictionnaire national des contem-
                  porains, Paris, office général d’édition, 1900, iV, pag. 132.
             (45) - Da Lucy Jung ebbe due figli, Joseph-albert-Georges-Théodore (1862-1895) ed Eugène (1863-
                  1936).  arruolato  ventenne  nella  fanteria  di  marina  e  inviato  in  Tonchino  agli  ordini  del
                  residente generale Warnet, grande amico di Weil, Eugène fu poi assunto nell’amministrazione
                  coloniale, diventando cancelliere della residenza nel 1900. Tornato a Parigi nel 1901, visse della
                  rendita di una piantagione tonchinese e nel 1906 pubblicò un pamphlet (Les puissances devant la
                  révolte arabe) in sostegno del Comitato Nazionale arabo fondato nel 1905 a Parigi dal maronita
                  cristiano Nagīb ʿĀzūrī (1870-1916), già ufficiale ottomano, e collaborò al mensile parigino
                  L’Indépendance arabe e poi al quotidiano cairota L’Egypte. il 7 novembre 1914 Jung scrisse al pre-
                  sidente della repubblica proponendosi come agente per provocare una rivolta araba in asia
                  minore e in un memorandum del 21 gennaio 1915 ai funzionari e parlamentari francesi caldeg-
                  giò l’appoggio francese alla creazione di un califfato arabo alla mecca. ʿĀzūrī morì nel giugno
                  1916, proprio mentre Lawrence scatenava la rivolta dell’Hijaz. Jung si legò allora al giornalista
                  libanese ibrahim Salim-al-Najjar (1882-1957), ma le polemiche contro i Sionisti e i circoli siriani
                  che invocavano il protettorato francese provocarono l’arresto di Najjar e la chiusura del gior-
                  nale L’Orient Arabe. Durante i negoziati di pace Jung tentò invano di proporsi come consigliere
                  della delegazione sceriffiana. Emarginato, scrisse in seguito vari pamphlet e assunse posizioni
                  sempre più radicali, fino a perorare una rivolta non più araba ma islamica, martin S. Kramer,
                  Arab awakening and Islamic revival: the politics of  ideas in the Middle East, Transactions Publishers,
                  1996: routledge, New York, 2017, pagg. 87-102 («The Sharifian Propaganda of Eugène Jung»).
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