Page 212 - Rassegna 2017-3
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TRIBUNA DI STORIA MILITARE



               courses», ma in qualche caso fu accusato di trattenere una parte delle vincite, rac-
               contando al committente di aver puntato al settuplo anziché al decuplo. La pubblica
               reazione dell’industriale tessile Frédéric Sellière [1839-18, fatto in seguito barone dal
               papa per aver ritrovato i resti del benedettino Dom Calmette] lo costrinse a man-
               dargli il capitano de Lauriston, già ordinanza di Napoleone iii, con un cartello di
               sfida. il duello, al primo sangue, si svolse alla «ceinte du pesage» ad auteil e si con-
               cluse con un graffio al braccio di Sellière .
                                                     (54)
                    Un  secondo  e  stavolta  fatale  episodio  avvenne  in  estate,  al  prix  du
               Calvados a Deauville: costretto dal committente di una puntata di 100 “luigi”
               (2.000 franchi) ad ammettere di aver trattenuto un terzo della vincita (6.000
               franchi), Weil tentò di giustificarsi sostenendo di averli dovuti versare al pro-
               prietario del campione Iceberg, il barone arthur de Schickler (1828-1919), ban-
               chiere della famiglia reale di Prussia e proprietario di una celeberrima scuderia
               effigiata pure sulle scatole delle sigarette allen & Ginter. informato, il barone
               montò su tutte le furie e, malgrado le ambasciate a favore di Weil del generale
               Charles-auguste Louis Warnet (1828-1913) e del capo di gabinetto del ministro
               della  guerra,  Desiré-armand-François  d’Estouvelles  (1831-a.  1904),  l’affare
               (definito  eufemisticamente  «indélicatesse»,  ma  anche  «escrocquerie»)  finì  sul
               settimanale La Vie Moderne del 15 ottobre. Nell’articolo («Sport hippique») non
               si facevano nomi, ma nei salotti si riconobbe Weil .
                                                                (55)
                    ovviamente,  oltre  al  discredito,  vi  furono  conseguenze  disciplinari.  a
               seguito dell’articolo fu disposta un’indagine riservata, conclusa con l’invito a
               presentare spontaneamente le dimissioni dal grado. Weil protestò, chiedendo il
               22 novembre la convocazione di una regolare commissione disciplinare, che gli
               fu subito concessa. ma subito dopo, prima che si riunisse, Weil firmò le dimis-
               sioni e partì precipitosamente per la Spagna.


               (54)- L’Illustration, 1881, pag. 2.
               (55)- Affaire Dreyfus: La révision du procès de Rennes. Enquête de la Chambre criminelle de la Cour de Cassation,
                    Ligue française pour la défense des droits de l’homme et du citoyen, 1908, Vol. 2, pagg. 313-314.
                    ancora  nel  1898,  secondo  Esterhazy,  il  nome  di  Weil  era  «défavorablement  connu  dans  le
                    monde du sport» (Cass., Esterhazy, 2, 257, cit. in reinach, op. cit., 2, pag. 439). Da notare che
                    secondo la non benevola scheda biografica dedicatagli nel 1925 dalla Jewish Encyclopedia, lo stesso
                    Bauer, dopo essersi spretato, era divenuto «a fancier of race-horses». Piers Paul read, The Dreyfus
                    Affair: The Story of  the Most Infamous Miscarriage of  Justice in French History, Bloomsbury, 2012.

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