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IL PROCESSO DI STATE BUILDING IN SOMALIA: LA SICUREZZA COME GAME CHANGER


             delicate come quella somala, in cui i gruppi coinvolti nella ricostruzione soffro-
             no un esacerbato sentimento di rivalsa nazionalista.
                  Il caso dell’intervento degli Stati Uniti, che ritornano più volte in Somalia,
             dal 1992 fino a qualche anno indietro, soprattutto quando il legame tra Al-
             Shabaab e il network quaidista si rafforza, è paradigmatico per distinguere l’in-
             treccio tra formalità e operatività delle missioni e degli interventi che si sono
             succeduti in Somalia. Dopo le risoluzioni 751 e 775 del 1992, istitutive della
             missione  UNSOM  I,  considerato  il  continuo  aggravarsi  della  situazione  in
             Somalia, la risoluzione 794 del dicembre 1992 consentì un nuovo importante
             invio di forze, istituendo la missione UNITAF, che prese per un brevissimo
             periodo il posto delle edizioni di UNSOM ed è meglio conosciuta come opera-
             zione Restore Hope. Questa missione, formata da una coalizione a guida USA, ha
             visto una preponderanza militare delle truppe statunitensi che hanno nei fatti
             ha  preso  il  comando  della  missione,  scatenando  serie  critiche  sulla  gestione
             delle operazioni militari. Nel caso in esame, il comando statunitense delle ope-
             razioni,  circostanza  che  ha  acuito  il  risentimento  dei  ribelli  somali,  memori
             dell’appoggio fornito dagli USA all’Etiopia nella lotta contro i darod etiopi. La
             presenza forte degli Stati Uniti è stata sempre sostenuta dai vari governi inter-
             nazionalmente riconosciuti come legittimi in quanto giustificata dalla richiesta
             d’aiuto. Non sono, tuttavia, mancate critiche da parte dell’Unione Europea e del
             Segretario Generale delle Nazioni Unite per la spregiudicatezza delle operazioni
             e per la necessità di un rispetto, anche solo formale, della sovranità di uno Stato
             che seppur imploso ancora è considerato come esistente. Di fatto, la Somalia fu
             occupata dai contingenti delle Nazioni Unite che per presenza, sia civile che
             militare, hanno rappresentato uno dei casi di intervento armato più massiccio
             nella storia del Consiglio di Sicurezza. A fronte delle ripetute operazioni di peace
             enforcement , le truppe UN sono state impegnate in vere e proprie azioni di
                      (26)
             guerra, spesso contestate, almeno fino al ritiro delle truppe statunitensi, che
             costrinsero la missione a subire un ridimensionamento di uomini. UNSOM II,
             nata nel 1993 con la risoluzione 814, si concluse con il definitivo ritiro del con-
             tingente dei caschi blu nel 1995, che ebbe come effetto quello di far ripiombare
             la Somalia nel caos, abbandonata a sé stessa per i decenni a venire.
             (26)- I. M. LEWIS, A Modern History of  the Somali, pagg. 274 ss., IV ed., Ohio University Press, 2002.

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