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PANORAMA INTERNAZIONALE
Affinché lo Stato possa dirsi tale per il diritto internazionale, un governo
effettivo appare essenziale, il che comprende avere una rappresentanza all’este-
ro, che è legata alle funzioni di governo dello stesso Stato. Dunque, il legame
tra la rappresentanza estera e il Governo che effettivamente esercita i suoi pote-
ri in patria è tangibile e nel caso del failed State si pongono seri quesiti sulla
necessità di identificare quale governo esprima questa rappresentanza. Nel caso
della Somalia, poi, data la difficoltà nel costruire ed individuare un soggetto sta-
bile che fosse al potere esercitando le funzioni di Governo, il problema della
rappresentanza estera ha assunto forme ancora più complesse. La scelta di
mantenere lo Stato somalo in vita, senza che vi fosse un Governo, ha avuto
importanti implicazioni non tanto e non solo per la presenza di ambasciate in
altri Stati, ma soprattutto per le rappresentanze presso gli organismi internazio-
nali e per i poteri che a loro sono conferiti.
Basti pensare, a titolo esemplificativo, alle richieste d’aiuto che hanno
legittimato interventi armati nel territorio somalo e hanno spesso costituito la
base per le missioni UN, con particolari incidenze sia sulle vicende del territorio
somalo che dell’intera regione del Corno d’Africa.
A ciò si aggiunga che la situazione in Somalia ha preoccupato il Consiglio
di Sicurezza per le implicazioni tangibili che ha avuto sul mantenimento e sulla
garanzia della pace e della sicurezza nei rapporti tra Stati. A livello continentale
e regionale, l’Unione Africana ha garantito, almeno formalmente, pieno appog-
gio alla volontà di lasciar sopravvivere la Somalia, preoccupandosi di ricostruir-
la, e all’interno dell’organizzazione un ruolo di spicco tra i volenterosi nella lotta
contro il terrorismo è stato giocato dall’Etiopia e dal Kenya, ruolo spesso paga-
to in termini di vite umane. I meccanismi internazionali di intervento e soste-
gno hanno trovato la loro cornice nelle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
che hanno dapprima instituito la missione UNISOM, più volte riconfermata, ed
hanno poi conferito il mandato per AMISOM, preferendo che la missione di
peace-keeping fosse gestita dai Paesi geograficamente e storicamente più vicini e
interessati.
Non è mancato neanche l’impegno di un altro attore regionale, geografi-
camente distante ma geopoliticamente molto attento alle varie situazioni calde
africane, l’Unione Europea, che si è impegnata in Somalia attraverso l’EEAS
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