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PANORAMA INTERNAZIONALE



                    Alla caduta della dittatura di Siad Barre nel 1991, la Somalia ha conosciuto
               una sanguinosa guerra civile e uno stato di totale anarchia che è durato per circa
               16 anni: il risultato è quello del caso di scuola del failed State. Nel frattempo è
               nato e si è separato il Somaliland, dando il via a una serie di successive dichia-
               razioni di autonomia che hanno delineato per la Somalia un futuro di Stato
               federale (Puntland, Bari, Nugaal e Mudug). In questo scenario si innestano gli
               interventi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di altri attori inter-
               nazionali che saranno oggetto di analisi nel capitolo successivo.
                    La creazione di una prima legislatura di transizione nel 2004 ha risvegliato
               la fiera opposizione delle Corti islamiche, che, sostenute e protette dagli Al-
               Shabaab,  giocano  un  ruolo  da  attore  protagonista  nelle  dinamiche  regionali.
               Basti pensare alle componenti fondamentali della forza di Al-Shabaab, la pro-
               paganda, le armi e il finanziamento, per capire quanto la situazione nazionale
               somala non possa essere analizzata separatamente dalle dinamiche regionali.
               Posticipando  la  riflessione  sulla  propaganda  delle  Corti  Islamiche  e  di  Al-
               Shabaab, appare geopoliticamente interessante notare come il rifornimento di
               armi sembra avvenire attraverso due canali principali: lo Yemen e l’Eritrea.
                    La posizione dell’Eritrea, in particolar modo, è importante per gli equilibri
               regionali, considerata la rivalità di lunga data che la contrappone all’Etiopia .
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                    La Somalia, quindi, oltre a dover fronteggiare i suoi problemi interni di
               lotta la terrorismo e di ricostituzione di uno Stato nazionale, sembra essere
               diventata il luogo dove combattere una sorta di proxy war tra Etiopia ed Eritrea.
               La prima appoggia e finanzia i signori della guerra contro le Corti islamiche, che
               sono in parte sostenute dall’Eritrea in funzione anti-etiope.
                    La percezione della presenza etiope in territorio somalo aumenta l’insof-
               ferenza dei guerriglieri, che riescono a coagulare intorno a sé i movimenti sepa-
               ratisti somali in territorio etiope, scatenando una serie di reazioni a catena che
               rendono l’area una polveriera costretta a fare i conti innanzitutto con le eredità
               derivanti dal processo di decolonizzazione.
                    Il  percorso  di  decolonizzazione  ha  sofferto  dell’imposizione  di  canoni
               occidentali nella formazione dello Stato che, efficienti sulla carta, si sono rivelati
               inadatti ad assorbire e rielaborare le strutture claniche che informano il tessuto
               (7) - La lotta del popolo eritreo per l’indipendenza dall’Etiopia si è conclusa nel 1993.

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