Page 85 - Rassegna 2017-2
P. 85
QUALE FUTURO PER I “CODICI A SPECCHIO”
Il caso riguarda lo smaltimento di un gran quantitativo di rifiuti da parte
di una società che riceveva rifiuti con codici a specchio non pericolosi, in forza
di analisi quantitative e qualitative ritenute non esaustive, secondo l’impostazio-
ne accusatoria, che si fondava su una consulenza tecnica e sulla relazione
dell’Arpa di Frosinone, secondo la quale la caratterizzazione del rifiuto doveva
essere spinta sino al 99,9% della composizione.
La difesa ha contestato le conclusioni cui era pervenuto il consulente del
Pubblico Ministero, e ha prodotto un parere della Regione Lazio del 30 gennaio
2016 che attesta di aver richiesto chiarimenti in materia al competente
Ministero, considerate le diverse posizioni assunte all’interno della stessa Arpa
Lazio; all’interno della nota si dà atto del parere del Ministero dell’Ambiente del
26 gennaio 2017, secondo cui, a decorrere dal 1° giungo 2015, operano le
disposizioni europee e non più le presunzioni introdotte della legge 116/2014,
ma occorre far riferimento “alle sostanze pertinenti in base al processo produt-
tivo” ai fini della classificazione.
In altri termini, anche il Ministero ha affermato che l’analisi del rifiuto a
specchio, al fine di determinare la pericolosità, deve riguardare solo le sostanze
che, in base al processo produttivo, è possibile conferiscano al rifiuto caratteri-
stiche di pericolo, tenuto conto della scheda informativa del produttore e della
conoscenza del processo chimico.
È stato proposto avverso l’ordinanza ricorso dal PM: restiamo in attesa
della nuova pronuncia.
83