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QUALE FUTURO PER I “CODICI A SPECCHIO”
gestione di rifiuti (articolo 178 comma del D.lgs. 152/2006), l’unico idoneo a
garantire l’obiettivo della tutela dell’ambiente.
Ne deriverebbe, seguendo questa tesi, che ogni qualvolta siamo in presen-
za di codici a specchio essi andrebbero sempre presuntivamente gestiti come
rifiuti pericolosi, attesa l’impossibilità tecnica di ricercare tutte le sostanze peri-
colose conosciute dalla scienza.
4. La giurisprudenza
Sul punto non si è formata ancora una giurisprudenza di legittimità con-
solidata, trattandosi di una tematica recente che la Cassazione (14) ha affrontato
solo in sede di sindacato cautelare, essendo stata chiamata a decidere della legit-
timità di un’ordinanza del Tribunale del riesame di Roma che, in accoglimento
dell’appello del PM, aveva annullato la revoca di un sequestro preventivo dispo-
sta dal GIP.
Il caso riguardava la contestazione di un traffico illecito di un ingente
quantitativo di rifiuti (ipotesi di reato previsto dall’articolo 260 del TUA) a una
società che aveva accettato rifiuti sanitari con codice CER errato, in quanto, in
alcuni casi, veniva attribuito un codice a specchio non pericoloso, in assenza di
analisi idonee ad escluderne la pericolosità.
La Cassazione ha rigettato il ricorso degli indagati, attraverso un ragiona-
mento articolato ma che presenta i limiti propri del giudicato cautelare, in punto
di valutazione del mero fumus boni iuris del reato.
Nel caso in questione, infatti, il Tribunale del riesame aveva considerato
arbitraria l’attribuzione da parte del produttore di un codice a specchio non
pericoloso, in assenza di analisi idonee a escluderne la pericolosità; inoltre, con-
siderava sussistente il fumus dell’illecita gestione anche in relazioni ad operazioni
di pretrattamento dei rifiuti che la società non era autorizzata a compiere. Il
Tribunale ha accolto l’appello del Pm, ritenendo non decisiva la perizia disposta
in sede di incidente probatorio, in quanto essa non aveva proceduto a nuove
analisi e non aveva dato conto della presenza di oggetti con tracce ematiche tra
(14) - Cassazione Sezione III, 9 novembre 2016, n. 46897.
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