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STUDI GIURIDICO-PROFESSIONALI



                    Quando le sostanze presenti nel rifiuto non sono note o non sono determinate con le
               modalità in precedenza enucleate, oppure le caratteristiche di pericolo non possono essere deter-
               minate il rifiuto si classifica come pericoloso”.
                    Il problema riguarda il tipo di analisi che occorre effettuare per stabilire se
               il rifiuto con codice a specchio sia pericoloso o meno. La soluzione è relativa-
               mente semplice quando sia noto il processo produttivo, perché, in tale caso, la
               legge prevede che occorre prendere in considerazione le componenti più peri-
               colose ed andarle a cercare per verificare se il rifiuto sia pericoloso. Altrimenti,
               in caso di un’insufficiente caratterizzazione, il rifiuto si considera pericoloso.
                    In sostanza, la legge introduce una presunzione di carattere assoluto, che
               di fatto si traduce in una inversione dell’onere probatorio in campo processuale;
               infatti, se il produttore non effettua in modo completo le analisi, il rifiuto si
               deve considerare pericoloso: sarà suo onere dimostrare l’assenza di sostanze
               pericolose  all’interno  del  rifiuto,  ferma  restando  la  difficoltà  di  fornire  tale
               prova.
                    Nei casi in cui il processo produttivo non è noto, il problema è assai più
               rilevante in quanto l’onere che grava sul produttore è ancor più impegnativo: gli
               si chiede di effettuare una caratterizzazione completa dei rifiuti in forza del
               principio di precauzione.
                    Per i sostenitori della teoria più rigorosa , la caratterizzazione, per essere
                                                            (7)
               esaustiva, deve essere spinta fino ad analizzare il 99,9% delle componenti pre-
               senti perché il rifiuto possa essere classificato come non pericoloso.
                    Nel parere dell’ordine dei chimici citato, del 12 febbraio 2017, invece, si
               considera esaustiva l’analisi delle sole sostanze pericolose considerate ubiquita-
               rie o comunque molto comuni, oltre che delle eventuali sostanze specifiche,
               pertinenti con il processo di produzione del rifiuto.
                    La differenza tra le due posizioni espresse entrambi da chimici è evidente
               e rispecchia le due tesi che da tempo si fronteggiano: per alcuni la pericolosità
               dei rifiuti con i codici a specchio è presunta fin dall’origine e la funzione delle
               analisi è di fornire la prova contraria.
                    Secondo altri, la pericolosità dei rifiuti aventi codici a specchio non è pre-

               (7) - Mauro. SANNA, Anche l’Italia, dopo 15 anni, applica correttamente i codici a specchio, in www.lexambiente.it,
                   27 luglio 2015.

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