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2^ CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AMBIENTE



               mondo per fornire informazioni complete, equilibrate e obiettive sul cambia-
               mento climatico. Un organismo con finalità pratiche, finalizzato ad affrontare
               le varie dimensioni concrete e globali del fenomeno. Un organismo utile all’at-
               tività di consulenza ai Governi attraverso studi, rapporti scientifici e la previsio-
               ne di opzioni operative per affrontate in maniera ragionata alcuni fenomeni.
               Primo fra tutti quello delle emissioni di gas serra che determinano incrementi
               della temperatura globale a cui sono a loro volta legati molti degli ultimi scon-
               volgimenti ambientali.
                    René Castro Salazar ha iniziato il suo intervento tratteggiando possibili
               scenari nel caso di inazione della comunità internazionale rispetto alla proble-
               matica dell’innalzamento della temperatura globale. Se non faremo nulla, ha
               indicato Salazar, la produzione di anidride carbonica schizzerà sopra le 30.000,
               35.000 tonnellate o 30 giga-tonnellate entro il 2100. A quella data, saremo 10
               miliardi di persone sulla Terra e dunque a ciascuna persona faranno capo circa
               3 tonnellate di CO2. Oggi, siamo vicini alle 2 tonnellate in termini generali, ma
               l’America Latina è vicina alle 6, mentre gli USA si assestano sulle 17 tonnellate
               pro capite. Gli scienziati ci dicono che l’unico modo per stabilizzare l’atmosfera
               è di rimanere sulle 10 giga-tonnellate complessive, dunque una tonnellata pro
               capite. È fattibile, tutto ciò, si è domandato Salazar? Dovrà esserlo, necessaria-
               mente: saremo 10 miliardi di persone. E ci sarà bisogno di sfamarle. Abbiamo
               un obiettivo Zero Hunger per il 2030. Ma ci sono ancora 1 miliardo di persone
               senza cibo. Dunque, per il 2100 abbiamo già dei fatti: 10 miliardi, fame zero,
               una tonnellata pro capite. Dobbiamo arrivarci. Se non lo facciamo arriveremo
               al collasso. E non si tratta di un problema solamente economico, sarà un col-
               lasso umanitario generale. Un collasso del mondo per come lo conosciamo. E
               per evitarlo dovremo piantare più alberi, dovremmo avere degli edifici green,
               non dovremo sprecare l’acqua, non dovremo sprecare energia, non dovremo
               sprecare cibo. Ma il punto più importante, ha spiegato Salazar, è quello di uscire
               da una logica emergenziale che prevede di mettere in atto meccanismi virtuosi
               solo nel momento del bisogno imminente. La gestione virtuosa dell’ambiente e
               dell’economia  deve  diventare  una  costante  di  ordinaria  amministrazione  dei
               nostri sistemi di vita e di produzione.
                    La Dott.ssa Ilaria Firmian si è concentrata sull’impatto del cambiamento

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