Page 92 - La Grande Guerra dei Carabinieri
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92 La Grande Gueraa dei Carabinieri L’AviAzione itALiAnA neLLA GrAnde GuerrA
Scuola volo 1917-1918. Allievi piloti osservano uno Spad VII. L’ufficiale di spalle indica il funzionamento del motore. Si nota l’elica in movimento.
(AUSSMA). Flight school 1917-1918. Candidate pilots watch a Spad VII. The officer with his back turned indicates the engine operation. It can be
seen the moving propeller.
Anche nella Battaglia di Vittorio Veneto(24 ottobre sostenuta e protetta nel 1918 da una componente da cac-
- 4 novembre), nonostante le difficili condizioni atmo- cia che nel Macchi M.5 aveva un mezzo in grado di con-
sferiche, l’aviazione italiana seppe sfruttare al meglio la frontarsi alla pari con qualunque avversario.
sua superiorità tecnica e organizzativa, operando secon- Nel 1918 il potere aereo dimostrò la sua importanza
do una moderna interpretazione del concetto di potere nel quadro di una ben concertata cooperazione con le
aereo in un contesto aeroterrestre. Conquistato rapida- forze di superficie, ma a renderlo possibile fu anche una
mente il controllo del cielo, le squadriglie si dedicarono base industriale che permise non solo di tenere a numero
prima all’interdizione del campo di battaglia, poi al mar- ma anche di incrementare la forza dei reparti. I dati della
tellamento delle colonne in ritirata accelerando la disin- produzione per il 1918 parlano infatti di 14.840 motori
tegrazione dell’esercito austro-ungarico. e 6.518 velivoli, con una forte crescita rispetto al 1917,
Per quanto riguarda l’aviazione navale, che alla fine portando il totale a 23.970 motori e 12.016 velivoli, a
del conflitto poteva schierare 638 macchine, la sua im- fronte dei 4.457 velivoli e dei 4.216 motori prodotti du-
petuosa crescita è dimostrata dal numero delle sortite rante tutto il conflitto dall’Austria-Ungheria. Quel che
effettuate, pari a 305 nel 1915, 1.600 nel 1916, 7.863 nel più conta è che tutte le forme d’impiego dello strumento
1917, 16.814 nel 1918, anche se bisogna considerare che aereo erano concettualmente definite, e sui campi d’a-
a partire dal 1916 l’esplorazione e la difesa del traffico viazione nasceva e si consolidava un’identità aeronauti-
assorbirono la maggior parte dello sforzo. La superiorità ca che, alimentata dalla consapevolezza di una specifica
guadagnata nella seconda parte del conflitto fu quindi “competenza ambientale”, avrebbe presto portato alla
sfruttata soprattutto ai fini di un’azione di “sea control” nascita di una nuova forza armata.
esercitata attraverso la poco evidente ma efficace azione Basilio Di Martino
di pattugliamento degli idrovolanti L.3 e FBA,