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22 80 HO TANTA STORIA - GLI OTTANT’ANNI DEL MUSEO
zialmente immutato. Anche qui compaiono il tracciato
interrotto della via Triumphalis-Romea (fig. 5, a), il
Spinello (fig. 5, b), indicato come Vicolo Vicinale nel
Catasto Gregoriano Suburbano del primo trentennio
del XIX secolo, e la strada rettilinea (fig. 5, c) in
uscita dal ponte della Porta Angelica, denominata
Stradone nel medesimo catasto; ma è riportato anche
un nuovo percorso, più tardi noto come via del Giar-
dino o dei Giardini (fig. 5, d), che si stacca diagonal-
mente sulla sinistra della porta e raggiunge la via Ro-
mea. Tutta l’area continua ad essere occupata da
orti e giardini, punteggiati da rari edifici, come i due
casaletti (fig. 5, e) con orto recinto posti proprio
davanti alla Porta Angelica più volte ritratti in stampe
e dipinti (fig. 6). Di alcune vigne Nolli riporta il
FIG.6. Ch.W. Eckersberg, Porta Angelica e una parte del Vaticano, 1813 nome, come nel caso del Giardino Salerni, nella cui
(olio su tela; cm 31,7 x 41,5; collezione privata). Sulla destra si ri-
conoscono due casaletti con orto, mentre sullo sfondo la cascata area oggi sorge il Museo Storico dell’Arma. Alla
formata dal deflusso della Fontana della Galera, che si getta nel
fossato delle Mura Vaticane base delle Mura Vaticane compare il fossato (fig. 5, f);
alimentato dal Fosso della Sposata e dalle acque
sbocco su piazza Risorgimento della via omonima, e sgorganti dalla cinquecentesca Fontana della Galera
Porta Castello (fig. 4, d). Dalla prima esce un nuovo nei giardini vaticani sul Belvedere (cfr. fig. 6), era
tracciato rettilineo diretto a nord (fig. 4, in blu), oggi largo in origine circa 5 metri, ma, stando alle raffi-
ripreso da via Ottaviano, mentre dalla seconda parte, gurazioni del XVIII e XIX secolo, con il tempo e
rettificata e stretta tra i muri di confine delle vigne, la l’incuria venne a probabilmente restringersi.
via (fig. 4, in rosso) già vista nella pianta di Bufalini e Le mappe del citato Catasto Gregoriano Suburbano, i
qui chiaramente indicata con il toponimo “il Spinello”, più famosi vedutisti come Ettore Roesler Franz o
diretta all’antico asse della via Triumphalis-Romea, Bartolomeo Pinelli e in seguito i primi scatti fotografici
che ha perso definitivamente continuità con il tratto attestano che la situazione rappresentata nella pianta
interno alle mura. di Nolli permane praticamente identica sino ai primi
La Nuova Pianta di Roma di Giovanni Battista Nolli, tempi dell’Unità d’Italia, giustificando appieno il to-
insuperato esempio di mappa catastale edita nel ponimo Prati che ancora identifica il quartiere. Una
1748, indica chiaramente come almeno fino alla panoramica scattata nel 1865 dall’alto del Bastione
metà del XVIII secolo il paesaggio rimane sostan- del Belvedere (fig. 7) mostra l’area dell’ex Giardino